#261 - 16 aprile 2020
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Pagine Preziose

L'Italia fatta a Mano

I beni culturali viventi - Dialogo con Antonio Carnevale

Di Davide Rampello, Antonio Carnevale - Skira Editore

«Sarebbe un errore pensare ai beni culturali soltanto in termini di oggetti d'arte.
Beni culturali non sono solo la pittura, la scultura e l'architettura che secoli di storia ci hanno lasciato in eredità e che si aggiungono alle creazioni di artisti del presente.
Esiste un altro patrimonio, meno conosciuto e meno valorizzato, che merita questa definizione, ed è il lavoro manuale dell'uomo: quell'insieme di attività che ha trasformato il territorio in frutti dell'agricoltura e in risultati dell'allevamento; che ha fatto rivivere i materiali in prodotti dell'artigianato; che ha saputo coniugare la tradizione con l'innovazione, attraverso i secoli, fino a oggi. L'Italia è anche questo.

E forse l'Italia dei beni culturali è oggi soprattutto questo, visto che il nostro Paese ha ceduto il primato della creatività artistica ormai da qualche secolo, mentre le tradizioni dell'Italia fatta a mano" hanno saputo rivivere attraverso le generazioni, assegnando al nostro Paese una reputazione planetaria legata al saper fare, alla qualità dei prodotti, alla loro unicità e rarità.

È di questi beni culturali che si parla in questo libro. E sono beni culturali "viventi" perché l'accento - in queste pagine - cade sempre sull'uomo: non soltanto sul suo lavoro, ma anche sul modo in cui, nelle storie di persone diverse, il mestiere, la vita, i luoghi, la memoria e un'idea personale di futuro si sono legati e hanno dato un significato nuovo alle parole "tradizione", "innovazione", "qualità"». (Antonio Carnevale). Prefazione di Ilvo Diamanti.

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