#114 - 15 dicembre 2014
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterŕ in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerŕ il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore č giŕ  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore č la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererŕ  l'amore per il potere, sia avrŕ  la pace (J. Hendrix)
Fotografia

Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiBACT

Galleria Civica - Potenza

Andate in pace

fotografie di Giorgio Barrera e Niccolò Rastrelli

L'Associazione culturale Visioni Future presenta negli spazi della Galleria civica di Potenza Andate in pace, un progetto dei fotografi Giorgio Barrera e Niccolò Rastrelli a cura di Daniele De Luigi. La mostra, prodotta dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiBACT, con la partecipazione di Visioni Future e della Fondazione Culturale San Fedele di Milano, giunge nel capoluogo lucano dopo essere stata esposta a Roma (ICCD, Complesso del San Michele), Milano (Galleria San Fedele) e a Venezia (Museo Diocesano) come evento istituzionale del MiBACT in occasione della Biennale di Architettura.

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L’esposizione si compone di 23 fotografie in diversi formati e un’installazione video, a cui si aggiunge una selezione di stampe tratte dagli archivi dell’ICCD. Le immagini sono state realizzate in numerose città italiane tra cui Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Potenza, Foligno, Taranto, Pescara e includono opere di celebri architetti quali Massimiliano Fuksas, Giovanni Michelucci, Paolo Portoghesi, Mario Botta, Gio Ponti, Ignazio Gardella.

Le fotografie di Giorgio Barrera e Niccolò Rastrelli mostrano una ricognizione delle architetture ecclesiastiche italiane postconciliari, riprese al loro interno alla presenza dei fedeli. Muovendosi nell’ambito della tradizione documentaria, i fotografi caratterizzano in modo originale la propria ricerca attraverso la scelta di impostare la ripresa secondo un canone fisso, realizzando per ogni chiesa un’unica immagine che assume sempre il medesimo punto di vista (quello del sacerdote dall’altare) e viene eseguita in un preciso momento (quello della funzione sacra).
Una scelta dettata da precise ragioni storiche: la riforma liturgica del Concilio Ecumenico Vaticano II ha determinato infatti lo spostamento del sacerdote versus populum, in posizione rivolta verso l’assemblea.

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Il risultato di questo procedimento sono immagini che, attraverso uno sguardo inedito, propongono una riflessione sul complesso rapporto tra Chiesa cattolica, architettura contemporanea e comunità dei fedeli. Esse sono infatti rigorose vedute dell’interno degli edifici - benché ribaltate rispetto al punto di vista abituale - ma al contempo un’indagine socio-antropologica, una narrazione dell’Italia di oggi e un ritratto della comunità cattolica. Nel solco di un’importante tradizione artistica del Novecento, esse uniscono dunque al valore documentario la capacità di costituire una riflessione sulle prerogative del vedere e la natura dell’immagine fotografica.

Come dichiarano i fotografi, “Le immagini di questa documentazione fotografica vogliono raggiungere una sintesi, mostrano cioè la chiesa come luogo architettonico e corporeo. L’elemento umano è un elemento imprescindibile della nostra ricerca, la parola chiesa deriva infatti dal greco ‘ekklesìa’ e significa comunità. In questo senso l’edificio ecclesiastico va inteso come uno spazio fatto di persone in carne ed ossa, o come afferma San Paolo di ‘pietre viventi’. Il momento in cui il sacerdote si rivolge ai fedeli è il fondamento della nostra immedesimazione nell’atto fotografico. La macchina fotografica, infatti, viene posizionata e rimane per lungo tempo innanzi all’altare, centrale, simmetrica: direzionata verso l’entrata della chiesa, essa inquadra i fedeli presenti al rito e tende a personificare lo sguardo del sacerdote. Chi entra in chiesa non vede i fotografi perché l’apparecchio viene azionato da un telecomando. La sintesi, dunque, è la fotografia”.

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Le immagini di Barrera e Rastrelli saranno introdotte in mostra da un’accurata selezione di fotografie di chiese italiane, realizzate secondo le regole della controriforma cattolica, tratte dagli archivi storici conservati all’ICCD e realizzate con i canoni della ripresa documentaria classica. In questo modo gli archivi storici si mettono a disposizione per una riflessione sulla contemporaneità.
Accompagna la mostra un volume edito da Postcart/ICCD nella collana Contemporanea, in formato 24x30 cm. con 20 fotografie a colori, e testi in italiano e in inglese di Laura Moro, Aldo Colella, padre Andrea Dall’Asta, mons. Giancarlo Santi, e una conversazione tra Daniele De Luigi e i fotografi.
Il progetto Andate in pace nel 2012 è stato finalista al Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee e al Premio Ponchielli, nel 2013 è stato selezionato tra i finalisti dei Sony World Photography Awards e ha ricevuto una menzione speciale dal Photographic Museum of Humanity.

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