Televisione, gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Prove tecniche di estinzione: così verrebbe voglia di riassumere le tragiche e concitate vicende di queste ultime settimane.
Per come le stiamo apprendendo dai media, dalla Tv in primis. In situazioni così eccezionali e stranianti siamo costretti a renderci conto di quanta parte di natura vi sia in noi e di come la natura, inopinatamente, si riappropri o tenti di riappropriarsi di tutto ciò che di noi a buon diritto le appartiene.
La battaglia si svolge al microscopio e noi non possiamo fare altro che confidare nel valore e nella eroica resistenza dei medici e nella munifica grazia del padreterno.
Papa Francesco invoca con insistenza l’aiuto del Signore. Circolano nel web immagini propiziatorie di ogni genere; santini devozionali, simboli scaramantici più o meno oscuri, pentacoli, ritratti di antichi taumaturghi.
Sempre presente, la folta schiera dei complottisti che paventano un segreto connubio con l’apocalittico 5G e rivelano l’inquietante, coeva presenza di massicce esercitazioni militari della Nato sul nostro territorio. Intanto il covid-19, questo il nome asettico del più colloquiale coronavirus, ha desertificato i palinsesti televisivi: per evitare il contagio chiudono gli studi, numerose trasmissioni sono state sospese, diversi i personaggi pubblici al’ospedale o in quarantena a casa: come Il comico Piero Chiambretti, il giornalista Nicola Porro, il politico Nicola Zingaretti, l’attrice Giuliana de Sio.
Ovviamente la stragrande maggioranza degli spazi televisivi è occupata da programmi di aggiornamento in tempo reale e di informazione sanitaria.
Ipotizziamo ascolti da record dato che siamo tutti forzatamente chiusi in casa.
Ci siamo finalmente rilassati mercoledì sera su Nove con le classiche imitazioni di Maurizio Crozza che da un paio di settimane ha ripreso il suo consueto “Fratelli di Crozza” dove è riuscito a ironizzare con garbo anche sul momento attuale grazie al dono dell’arguzia che lo contraddistingue.
Ma in Italia si continua a morire più che nel resto del mondo, la pandemia di è concentrata sul nostro piccolo stivale, soprattutto al nord, e a Bergamo in particolare; e proprio oggi - giovedì 19 – abbiamo superato la Cina in numero di morti, ci comunica il bollettino quotidiano della Protezione Civile.
Commovente l’arrivo a Roma dei medici cinesi giunti in nostro soccorso, con tonnellate di materiale sanitario.
Dai balconi di Roma un manipolo di buontemponi canta l’inno di Mameli: “Stringiamoci a coorte/siam pronti alla morte/ siam pronti alla morte/l’Italia chiamò!”. In tempi eccezionali non soltanto l’eroismo, ma anche l’idiozia tende a venire a galla.