#256 - 8 febbraio 2020
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascer il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Due nuove acquisizioni per la scuderia di Kromia

Foto: Cangemi e Montieri

Due autori e il loro lavoro

Kromìa è lieta di ritrovarvi col nuovo anno, augurandovi un tuffo in un ottimo inizio e presentandovi le sue ultime acquisizioni autori: Mauro Cangemi e Giuliano Montieri.
Inoltre, vi segnaliamo che - dopo Ischia nel 2019 - è arrivato alla Galleria Mediterranea di Napoli il poetico e intenso progetto Apparizioni di Gigi Viglione.
Per scoprire dal vivo i nuovi autori, Gigi Viglione e tutti gli altri artisti della nostra scuderia, così come la personale Braveries di Lino Rusciano , Kromìa vi aspetta a Spazio Kromìa a Napoli.

Foto: Cangemi e MontieriFoto: Cangemi e Montieri

Così scrive Diana Gianquitto in una nota critica per Mauro Cangemi.
“Quella sottile linea tra l’essere e il divenire.
Come le architetture di Mies van der Rohe, le composizioni di luci trasparenti e ombre strutturanti di Mauro Cangemi respirano osmosi sul filtro. Su quella sottile membrana tra anima e materia che, più che tra reale e sua percezione, struttura lo scambio tra reale e reale ancor più vero, quello di spirito e memoria.
E, esattamente come per il grande architetto tedesco, per maneggiare e indagare transfluenze così aperte e al tempo stesso tanto lucide tra individuo e ambiente ci vuole solidità, e limpidezza.
La solidità di una nitida geometria che, nell’amorevole empatia di un viaggio interiore, tenta di ricomporre e ricollocare gradazioni, mutazioni e mistero di ciascuno, e della vita. E la limpidezza del rispetto che non vuol forzare, sfondare a tutti i costi quel tenue limitare tra conosciuto e inconosciuto. In cose, persone, luoghi di atmosfere atemporali, e accoglienti proiezioni deflagranti.
Comprendendo come in quella contiguità e demarcazione mobile risieda ancora tutto il nostro margine di crescita, speranza, e riscatto. E quanto, quasi fase lunare, quella penombra altro non sia che l’altra faccia di una enorme luce, e del suo vitale e inarrestabile divenire”.

Foto: Cangemi e MontieriFoto: Cangemi e Montieri

Da par suo, Giuliano Montieri, partendo da una nota del grande fotografo Luigi Ghirri : "Ho fotografato molte volte persone di spalle... (…) Ho voluto dare della persona un infinito numero di possibili identità, dalla mia mentre fotografo a quella ultima: quella dell'osservatore", scrive: Mi piace passeggiare, fra un passo e l'altro, ho il tempo per pensare… Vento, acqua, sole, progetti, fantasie. Insomma, un miscuglio di parole senza senso, innominabili, che ci permettono di essere vivi. Per fortuna, tutto viene mischiato con lo sguardo.E tutto questo andare mi permette di soffocare i pensieri attraverso lo sguardo. Gli occhi sono con i pensieri, alla ricerca di un'armonia che faccia pulsare il mio cuore.Non guardarmi negli occhi è un estratto di ciò che vedo tutti i giorni attraverso gli anni. I fotografi rincorrono i soggetti, cercano il loro sguardo, la complicità nel raccontare e nel raccontarsi. Il fotografo chiede al soggetto un’immagine di se, rivolgendosi con l’obiettivo, chiede di aprire gli occhi, mentre lui ne chiude uno meccanicamente attraverso la tendina dell’otturatore. Io invece ho rubato ciò che vede e pensa il soggetto o condiviso alle sue spalle. A cosa stai pensando? Da dove vieni? Aspetti qualcuno? Sei innamorato? Cosa ti piace? Vuoi fuggire lontano? Che canzone hai in testa? Non guardarmi negli occhi… Custodisci il tuo segreto, scegli tu a chi raccontare la tua storia.

Foto: Cangemi e Montieri

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