#253 - 21 dicembre 2019
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterą  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerą il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non ĆØ una persona seria (P. Caruso) - l'amore č la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso puņ suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata č un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialitą  e stupiditą č che la genialitą  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Poesia

Il Calendario dell'Avvento di Oz

Le Antenate viventi

Mariangela Gualtieri per DoppioZero

Spesso vado solitaria per boschi e la potenza arcaica che respiro, la suggestione sempre più forte che mi viene dalle piante, mi innamora e mi convince di questa origine comune, di questo essere tenuta in vita da loro, dalla loro grazia respirante e fruttificante e rifiorente e accogliente.
I grandi antichi alberi, le vegetali intelligenze: ecco le antenate viventi.
Da quelle proveniamo, da quelle siamo tenuti nella vita.
Albere, le vorrei chiamare, prendendo da Pavese, con devozione e senza timore.

L’animale estatico

C’era un animale
a ripararsi dalla pioggia
sotto un grande abete –
… questo solo animale circolava estatico
oggi nel bosco. A differenza di tutti
gli innumerevoli altri nascosti

lui – ma una femmina era – lei allora
oggi stava fra altri molto
spaventati da lei – aggirandosi quieta

portava una preghiera
a tutte le piante:
ā€œSovrane intelligenti innamorate

custodi eccellenti donatrici di fiato
tutto il mio fiato da quando
ĆØ cominciato si ĆØ sprigionato

da voi alte frondose giganti
creature alberateā€. E oggi dunque
l’animale estatico era proprio venuto

nel bosco a portare il suo grazie
un grazie cucito di tacite parole
e piuttosto crescente come ondata

che sale e gonfiando si spande
fino in alto alle cime più alte e giù
penetrante l’apice radicato di quelle

vegetali intelligenze. Che tutto da quelle
a lei era venuto – un ricolmo d’aria
di cibo che i cinquanta e più chili

di ossa e di carne addensati attorno
al suo nocciolo primo che tutto
il suo moto il passo camminato

il pensato e detto e agito
era ben potenziato da quelle
moltissime varissime e belle molto madri.

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