Issata la croce astile più alta del mondo che ricorderà
il pontificato che ha cambiato la storia del mondo
Cortina d'Ampezzo - Belluno
Croce astile a cortina
Il segno di Giovanni Paolo II
Da una nota di Giacomo Galeazzi
Un convegno su Giovanni Paolo II e la benedizione del luogo sulle Dolomiti bellunesi in cui è stata issata la croce astile più alta al mondo.
Queste, riferisce LaPresse, le due iniziative che a Cortina d'Ampezzo, hanno come filo conduttore la memoria di un santo, Giovanni Paolo II, e il suo apostolato nel mondo.
Un Papa passato alla storia anche per la sua forte passione per la montagna, le lunghe e impegnative passeggiate estive in montagna e per le discese con gli sci in inverno al punto che il convegno è dedicato proprio alla figura di Giovanni Paolo II, Papa sportivo.
Ed è lo stesso Papa Wojtyla ad esser raffigurato, quale ultima scultura con una mano protesa verso Dio in cielo, nella croce astile che egli stesso aveva voluto per rendere omaggio alla città di Roma e che è poi stata dimenticata fino a quando il veronese Mirko Zanini l'ha riscoperta e acquistata per rendere omaggio alla comunità cortinese.
Alta 18 metri e unica di questa misura, la croce è stata realizzata dallo scultore romano Andrea Trisciuzzi, che ne ha prodotte altre sette da 2,20 metri su indicazione di Giovanni Paolo II portate anche al Polo Nord, al Polo Sud e su vette alpine per ricordare il mandato di Gesù ai discepoli “Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra”.
Simbolo del cristianesimo, la croce ricorda il sacrificio di Gesù e, soprattutto nelle processioni, sormonta un'asta retta da chi apre il corteo di fedeli. Alla base della croce astile é scolpita una figura umana ripiegata su se stessa e sullo stelo figure di uomini si arrampicano verso Cristo: un particolare interpretazione del dolore e dell'incontro di persone che alleviano e spartiscono il peso della sofferenza.
La croce astile, ricostruisce LaPresse, era da anni dimenticata in uno scantinato e grazie all’intraprendenza di Mirko Zanini, titolare assieme alla famiglia del "Pepperone Restaurant Sport & Cafè e museo dello sport" di San Giovanni Lupatoto (Verona), dove al suo interno si possono ammirare alcune reliquie di San Giovanni Paolo II, è stata riportata alla luce del mondo. Un gesto di rispetto e condivisione sopratutto dell’amore che Papa Wojtyla nutriva verso i giovani, nel segno delle grandi operazioni di solidarietà della famiglia Zanini.
"Giovanni Paolo II, Papa sportivo" è, invece, il titolo del convegno nella basilica minore di Cortina dedicata ai santi Filippo e Giacomo, moderato da don Maurizio Viviani, direttore del Museo diocesano di Verona.
Cinque i relatori che - dopo i saluti del parroco della basilica, don Ivano Brambilla, del sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina, e del sindaco di San Giovanni Lupatoto (Verona) Attilio Gastaldello. hanno partecipato - Monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, ha parlato di "Giovanni Paolo II, atleta di Dio, gigante dello spirito"; l’architetto Guido Rainaldi, responsabile della Sala Nervi del Vaticano, si è soffermato su "La scultura con il Papa amico Giovanni Paolo II"; Padre Augusto Chendi, direttore della pastorale della salute della Diocesi di Ferrara, ha analizzato la guida del pontefice quale "coscienza critica per il mondo"; la campionessa olimpica Sara Simeoni ha ricordato il suo incontro con Papa Wojtyla e, infine, il vescovo emerito di Fidenza, monsignor Carlo Mazza, cappellano della squadra italiana per ben sette Giochi olimpici, ha descritto "Le mie Olimpiadi nel segno dello spirito di Giovanni Paolo II".