#240 - 18 maggio 2019
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

L'incidente

Puntata quinta - Fiorella

di Ruggero Scarponi

Pavesi nel tardo pomeriggio prima di tornare a casa sentì il bisogno di confrontarsi con l’amico Villalta. Si diedero appuntamento in un bar a piazza del Popolo, di lì poi avrebbe preso la metro (non usava mai l’auto di servizio con annessa scorta) per via Battistini dove abitava, nella periferia ovest di Roma.

  • Non credo di essermi sbagliato, con Luca, caro Villalta… Quel ragazzo non me la racconta giusta…È troppo agitato, va bene il dolore per la sorella e tutto quel che vuoi, ma è un uomo, non un ragazzino e la sua incertezza…oggi per esempio si è terrorizzato pensando che volessi interrogarlo formalmente…
  • E perché non l’ha fatto? – domandò Villalta – in quelle condizioni poteva anche crollare…
  • No, capitano. Mi sto facendo un’idea. Io penso che il ragazzo c’entri qualche cosa in questa storia…Ma non credo che sia solo…
  • Che vuol dire dottore, già intravede dei complici? Ma se non abbiamo neanche il reato! Voglio dire a parte l’investimento della povera Martina…
  • Una cosa alla volta – rispose calmo il sostituto procuratore – A proposito, un camparino, capitano? Offro io…
  • Un’acqua tonica, per me, se non le dispiace…
  • Possibile che non mi riesca mai di “corromperlaâ€, capitano? Io, invece, il camparino me lo faccio, volentieri.
    E chiamato il cameriere, Pavesi si fece servire acqua tonica, Campari e un tramezzino tonno e pomodoro, così gli piaceva. A quell’ora del pomeriggio sentiva un leggero languorino.
  • Dunque, Villalta, le accennavo – disse Pavesi al capitano mentre addentava con soddisfazione il sandwich, - che bisogna procedere con una cosa alla volta…Ma su vari fronti, senza perdere di vista i vari elementi che compongono questo mosaico, perché vede, in questo momento abbiamo, un Luca Rienzo, personaggio ambiguo, nel senso che nasconde qualcosa, abbiamo la Fiorella, o meglio non l’abbiamo perché non riusciamo a trovarla, e pure questo è strano, no? E abbiamo che dell’incidente non ha visto né sentito niente nessuno, specie nell’albergo che si trova quasi di fronte al luogo fatidico, e qui bisogna anche ricordare che nell’albergo risiede o risiedeva la Fiorella…Insomma non abbiamo tanto, ma a scavare son sicuro che qualcosa troviamo, soprattutto perché ci sono dei collegamenti…L’Hotel con Fiorella, Fiorella con Luca…Non le basta?
  • Signor procuratore, sa bene qual è il mio compito. Noi carabinieri facciamo indagini e ricerchiamo elementi di prova…
  • Sicuro capitano, così va bene. Faccia le sue indagini e vedrà…Ho idea che siamo incappati contro la punta di un iceberg…Avremo delle sorprese da questa storia… - S’interruppe Pavesi per sorseggiare il Campari, visto che il tramezzino l’aveva divorato in due bocconi.
  • Comunque, capitano – continuò – è essenziale ritrovare sta benedetta Fiorella. Mi sembra così strano, non può essersi volatilizzata…
  • Mah, dottore – rispose dubbioso Villalta – questa ragazza appartiene a quel genere di persone che non sta ferma un minuto, sta sempre in giro, senza lasciare tracce…Senza legami…Insomma
  • Senza legami – rimuginò Pavesi – mica tanto, però, a pensarci bene…Un legame con Martina doveva esserci e mica tanto esile, se la ragazza l’ha difesa contro il suo stesso fratello, la volta dello schiaffo.
  • Però adesso si è dileguata. Appena avuto sentore di qualcosa, non ha avuto esitazione. Per quanto ne sappiamo non si è preoccupata della sua amica Martina e non ci risulta che dopo l’incidente abbia fatto una telefonata di condoglianze…Passi che non è andata al funerale…Ma almeno con Luca poteva farsi viva…E non risulta proprio che l’abbia fatto, abbiamo controllato…
  • Una ragazza spregiudicata, è questo che vuol dire capitano? A me invece questa cosa chissà perché, mi intriga…
  • Signor procuratore, mi perdoni, ma continuiamo a girare intorno a qualcosa che non c’è, forse bisognerebbe concretizzare…
  • Appunto caro Villalta, perché non andiamo a fare una capatina lì dove dormiva la Fiorella e…facciamoci anche due chiacchiere, con il padrone…!
  • Dottore, questo non sarà facile. L’hotel appartiene a una Società libanese…
    Ma chi cacchio comanda lì dentro, capitano?
  • C’è un tale, Mastropasqua si chiama, che fa le veci del Direttore. Ma è uno che non sa nulla, neanche di chi gli paga lo stipendio, per intenderci…Che poi è una società di San Marino che si appoggia a uno studio legale di Latina.
  • Lo facciamo parlare, Villalta, lo facciamo parlare, non si preoccupi. – Disse con sussiego Pavesi, scolando il mezzo bicchiere di acqua tonica che Villalta non aveva finito, dopo essersi scolato il suo Campari.
    Alla domanda se conosceva certa Fiorella Hermann, il Mastropasqua prese tempo.
    Si gonfiò ben bene di aria e poi, capito che negare sarebbe stato inutile, sputò fuori quanto sapeva. Era un ometto tarchiato, tutto incassato nelle spalle, ma robusto.
    Gambe corte su un torace massiccio, probabilmente prima di indossare giacca e cravatta da direttore, per conto di qualcun altro sicuramente, doveva aver svolto mansioni da manovale o stradino. Anche a giudicare dai bicipiti che certamente non si era costruito in palestra. Il naso schiacciato e gli occhi ravvicinati stridevano veramente molto, con l’uniforme elegante da manager alberghiero. Pure, Pavesi e Villalta restarono sorpresi appena provò ad aprire bocca. Si esprimeva in corretto italiano, infilandoci in mezzo e sempre a proposito suggestivi termini in english businemann, insomma uno che dall’aspetto non avresti mai detto.
  • La signorina Hermann? Sì, occupa una stanza qui da noi, dal… Sono due settimane credo…
  • Quindi la signorina non ha disdetto la camera, risulta ancora…Potrei vedere il registro…- Domandò Pavesi allungando una mano per prendere il protocollo delle presenze in bella vista sul bancone della reception…
  • Mi scusi sa, ma senza un mandato…E poi nel registro la signorina non figura…
    Pavesi e Villalta si scambiarono un’occhiata perplessa, poi Villalta disse:
  • E come mai? Sa che è fatto obbligo…
  • Certo – si affrettò a rispondere Mastropasqua – conosco le leggi, solo che la signorina Hermann non è nostra ospite…Cliente intendevo…
  • E cosa sarebbe allora? Intervenne Pavesi.
  • È molto semplice, è una nostra dipendente.
  • Può essere più chiaro, cosa significa dipendente, che tipo di mansione svolge?
  • La signorina Hermann, essendo nativa di Merano, conosce molto bene il tedesco, madrelingua insieme all’italiano, naturalmente…
  • Naturalmente – fece eco Pavesi; sulla questione altoatesina aveva le sue idee.
  • E conosce molto bene la lingua inglese che parla e scrive correntemente – continuò Mastropasqua...
  • E allora? – domandarono insieme Villalta e Pavesi.
  • E allora la signorina svolge per noi un prezioso lavoro di promozione. Il suo compito è di contattare tour operator, agenzie e strutture turistiche di vario genere per promuovere le nostra organizzazione. Come potete vedere l’hotel è in fase di ristrutturazione. Manteniamo disponibili per i nostri clienti abituali solo poche camere, fintanto che a fine giugno saranno terminati i lavori e potremo riprendere pienamente la nostra attività. Ecco, la signorina Hermann si occupa di selezionare la migliore clientela, specialmente inglesi e tedeschi…
  • Forse è per questo – sussurrò Villalta all’orecchio di Pavesi –cioè per il fatto che l’albergo è in fase di restauro che nessuno quel giorno si è accorto di nulla…
  • È un’ipotesi probabile- rispose a mezza bocca il sostituto procuratore.
  • E quindi cari signori, nessun mistero, la signorina occupa una stanza come dipendente…
  • Ma se è una dipendente - incalzò Pavesi – avrà pure un contratto.
    La domanda colse nel segno. Tutta l’abilità del Mastropasqua nel tentare di offrire un quadro stabile e tranquillo vacillò sotto il peso di quella domanda.
  • Beh, veramente – cincischiò il tarchiato – non c’è stato ancora il tempo, sa il periodo di prova, i quindici giorni…
  • Insomma, direttore, la signorina lavora in nero
  • Ma sa, non è che lavori in nero, e poi non si può definire una vera e propria dipendente, in realtà la signorina è a provvigione, più clienti porta…
  • Per la verità, signor Mastropasqua, questo rapporto di lavoro è molto poco ortodosso e forse dovremmo approfondire, non è vero? – disse Pavesi, rivolto a Villalta.
  • Dovremmo – confermò il capitano.
  • Ma cosa sarà mai! Si può aggiustare, no? – si affrettò a rettificare il torso rivestito – D’accordo, avremo sforato, e siamo colpevoli, di questo lo ammetto, due settimane. Che fa! Adesso registriamo il contratto e la signorina avrà quanto le è dovuto, non si devono preoccupare lor signori…Ma prego vi sto tenendo in piedi qui davanti, si accomodino prego, si accomodino al bar, faccio servire qualcosa di fresco se gradiscono, prego signori…
    E così dicendo il Mastropasqua era corso avanti con le sue gambette corte e tozze, verso il bar.
  • Guardi – disse alfine risolutivo Pavesi, restando in piedi di fronte all’ometto – guardi a noi interessa sapere una cosa, per il resto ci sono altri uffici che se ne occupano, risponda, e cerchi di ricordare, da quanto tempo la signorina Hermann è assente dall’albergo…
  • Ah, questo è facile a dirsi.
  • Perché?
  • Perché la signorina è uscita la mattina di quando c’è stato l’incidente di cui, noi qui all’albergo abbiamo saputo solo dagli agenti della Stradale, venuti a chiedere se qualcuno aveva visto…Sa. Si era nel pieno dei lavori e una squadra stava lavorando con il martello pneumatico…
  • No, scusi lo interruppe Pavesi – non divaghi, continui, quella mattina lei l’ha vista uscire…
  • Uscire proprio no. Ma era venuta quella signorina, quella che purtroppo…Era venuta a prenderla e ho visto che si stavano preparando a uscire…Poi…io sono stato preso dai lavori…Ma presumo che siano uscite, insieme…
  • Ma almeno ha visto se sono partite a piedi o in automobile?
  • Senz’altro a piedi e questo lo so perché le ho sentite parlare di prendere il bus alla fermata di fronte all’albergo…
  • Oh cacchio, esclamò Villalta!
  • Che ti dicevo? Quella è un testimone oculare. Dobbiamo trovarla! – disse concitato Pavesi.
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