#239 - 4 maggio 2019
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Fotografia

Nell'ambito dei "Dialoghi sull’uomo", in mostra il difficile percorso della convivenza

Pistoia - 24 maggio / 30 giugno

Confini di Umanità

Paolo Pellegrin - Sessanta scatti dal mondo

Quello dei dieci anni è per i Dialoghi sull’uomo un traguardo di crescenti successi indissolubilmente legato alla città di Pistoia, che ha contribuito a rendere il festival uno spazio di confronto capace di attrarre, anno dopo anno, un numero sempre maggiore di persone. Pistoia non ha solamente ospitato i Dialoghi nelle sue piazze, li ha anche rafforzati a ogni edizione attraverso la stretta collaborazione dei giovani volontari pistoiesi, che nel tempo hanno superato di gran lunga quota tremila, del personale del Comune di Pistoia, che rappresenta il fulcro organizzativo dei tre giorni di festival, e dei tanti operatori

Confini di UmanitàConfini di Umanità

La mostra fotografica, realizzata da Paolo Pellegrin appositamente per "Pistoia – Dialoghi sull’uomo, propone sessanta scatti, in parte inediti, di uno dei fotografi più apprezzati nel panorama mondiale, grazie al suo impegno e all’innovativa estetica documentaria.

Confini di UmanitàConfini di Umanità

Realizzate in Algeria, Egitto, Kurdistan, Palestina, Iraq e Stati Uniti, le immagini sono accompagnate da un video dello stesso Paolo Pellegrin, realizzato in America per indagare le linee razziali che ancora dividono il Paese, confini invisibili ma ancor più insormontabili di quelli fisici.

Confini di UmanitàConfini di Umanità

Le immagini coprono un arco temporale di quasi trent’anni, sviluppando, per sottrazione e opposizione, l’impervio percorso della convivenza, ostacolata da muri, guerre, mari in tempesta e deserti, ovvero tutte le frontiere, naturali e artificiali, visibili e invisibili, che dividono, imprigionano e isolano gli esseri umani.

Confini di UmanitàConfini di Umanità

La mostra ci conduce dunque lungo i confini dell’umanità, per mostrare lo sforzo continuo, ma necessario, alla base della convivenza.

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