Roma - Storica galleria La Pigna
Limiti Trascendenti
Paola Del Plato: trittici alla ricerca della luce
Di Dante Fasciolo
C’è un codice incontrollato e incontrollabile, mutevole,
che si aggira nei meandri della nostra conoscenza
e tortura vieppiù ogni nostro tentativo di ragionamento
fino a lambire i confini più sensibili della nostra psiche.
OPUS - Gravità, Fatica, Energia
Un codice senza numero e senza barre identificative,
così sfuggevole alla rincorsa del pensiero
che obbliga spesso a demordere, superando a volte
la volontà della ragione per una affermazione rimandata.
Capita, consapevolmente o meno, ogni giorno
in occasione di ogni azione che sia,
un portato di consapevolezza che tarda ad affermarsi
ma che lascia un’orma duratura del suo esprimersi.
PHYSIS - Arca, Cielo, Acqua
Già la prima martellata sull’incandescente ferro
delinea la nuova struttura che aleggia nel pensiero del fabbro,
e quel ferro è, non già più ferro, ma opera nuova che assume un nuovo dna
e promuove la mutevolezza del codice umano.
L’esempio si fa più evidente nelle espressioni artistiche,
laddove il tratto stilistico peculiare che caratterizza l’opera d’arte
offre un portato di conoscenza capace di un nesso simbiotico
con il codice mutevole di ciascun fruitore.
Una “cittadinanza” nuova al pensiero personale
che non può mai prescindere da quello collettivo,
perché è l’insieme dell’umanità che espande la conoscenza
che farà emergere in alcuni la riconoscibilità di nuovi orizzonti.
EXODUS - Strada, MIgrazione, Rifugio
E’ il caso di Paola del Plato, architetto in transito permanente
verso lidi d’arte, coerente con la propria visione escatologica
che emerge con forza dai segni e dai colori
delle opere di recente esposte a Roma con grande apprezzamento.
Un itinerario composto di trittici acrilici su tela, espliciti ed indicativi.
Opus – Gravità, Fatica, Energia:
l’essere in cammino, nella sua spinta ad esplorare il mondo
nelle sfide che esso offre, svelando pian piano la natura del proprio spirito
ad ogni piè sospinto, mattone su mattone,
poiché proprio nel dolore e nell’opus l’uomo nasce, cresce, matura.
Physis – Arca, Cielo, Acqua:
l’esperienza, l’osservazione e la sperimentazione
permette all’uomo di costruire le proprie convinzioni,
riferimenti ad Archimede e alle primitive osservazioni cosmiche ed astrali.
Exodus – Strada, Migrazione, Rifugio:
un arricchimento di spiritualità, un corpus di valori ultrasensibili e di amore,
che si realizza in proporzioni d’infinita perfezione anassagorea.
Nous – Terra, Pane, Vino:
espliciti riferimenti al mondo della vita,
i suoi profumi e i suoi aromi, e i suoi elementi e i ritmi e i colori,
oggetto della quotidiana esperienza e dell’umana condivisione,
materia delle aspettative dell’umanità.
Tèmenos – Tempio, Colonne d’Ercole, Mediterraneo:
misura e peso di se stessi e al tempo stesso
elaborazione di idee belle che fioriscono nella dolce solitudine
mirando anche la forza del cielo, percorso di mistero e desiderio.
Un cammino, che in questi ultimi due trittici,
riassume il senso di un modo di pensare e di esprimersi:
ricerca di un punto di coincidenza tra i codici
che contraddistinguono materialità della vita quotidiana
e sentimento di spiritualità.
Siamo presenti sulla terra senza alcun merito per viverla,
il pane e il vino che soddisfano il nostro corpo,
sono già prodromi per una più urgente risposta:
all’incrocio delle domande alte e complesse
occorre fissare consapevolmente lo spazio della nostra presenza,
e attrezzarsi per affrontare le Colonne d’Ercole granitiche dentro di noi,
c’è un aldilà, un oltre…varcare la soglia, per chiudere positivamente
il cerchio della vita, che si staglia dal buio del nostro profondo.