Milano
Amarcord anni '80
Di Roberto Bonsi
Nel febbraio del lontano 1989, quasi trenta anni fa, su etichetta discografica CGD, usciva il singolo: "Che cosa restera' di questi anni '80" un brano "pop" interpretato dal bravo cantautore pugliese, Raf, al secolo Raffaele Riefoli, che con il suo "producer" Giancarlo Bigazzi, oggi scomparso, e con il music-maker Giuseppe Dati, scrisse questo "pezzo", che in gara al "Festival di Sanremo" di quell'anno, giunse al 16° posto, per poi fare un "exploit" di prim'ordine in Italia, in Europa e nel mondo.
Ma che cosa e' rimasto di quegli anni ormai "mitici", anche se non al pari degli ancor piu' lontani anni'60?
Non solo ai posteri, cioe' ora "in primis" a noi di questo 21°secolo, l'ardua sentenza!!!. Ma anche ad una singola, significativa ed interessante mostra, che ha aperto i suoi battenti in quel di Milano metropoli, che proprio in questi giorni e' stata promossa a citta' dove si svolge la migliore qualita' del vivere quotidiano.
Alla Galleria "Creval" (del Gruppo del Credito Valtellinese), a pochissimi passi della bramantesca Basilica di Santa Maria delle Grazie, dell'attiguo "Cenacolo" leonardesco, della nobile dimora degli Atellani, dove e'conservata ed ammirata la famosa vigna del "genio" Leonardo da Vinci, e del Palazzo delle Stelline, ecco che si entra nel percorso museale che riguarda il nostro argomento.
Tra arte e design, e' stato ricostruito questo decennio che qui "celebriamo", e che per quanto riguarda la citta' che lo ospita, possiamo anche ben definire loro, i dieci anni della "Milano da bere", una sorta di "megalopoli" che dona la sua forte "spinta propulsiva" all'intero Paese, e che si puo' ben delineare al pari di tante altre citta' europee e non solo.
Lo "start" della rassegna in questione, e' avvenuto il 19 dicembre scorso, ed e' curata da Cristina Quadrio Curzio e da Leo Guerra, con la consulenza di Mario Piazza e di Valentino Catricala'.
Quello della mostra non e' un percorso cronologico di natura storica, bensi e' un viaggio dell'arte, della cultura, dello "showbiz", del design e del costume, con tematiche che risalgono ad episodi-chiave di quel fruttuoso ed importante decennio, che ci ha visti come attenti ma anche distratti comprimari di tante sue manifestazioni principali, collaterali od anche secondarie.
Si usciva dai cosidetti: "anni di piombo" per entrare nel ... "rampatismo" dell'epopea craxiana.
Fummo artefici ma anche vittime dello sfrenato consumismo di quel tempo e di quell'onda un tantino anomala di un periodo di falso benessere, che di certo non corrispose affatto al ben noto "boom" postbellico degli anni'60.
Tra i vari "memorabilia", ecco le vignette satiriche come il noto "Cipputi" di Altan, poi, libri, gadget vari, calzature, abiti, libri ed accessori tutti "targati" anni'80.
Vi erano ... "fogli" critici come: "Frigidaire", "Cuore" e tanti altri. Siamo gia' agli albori dei "videoclips" e dei computers. L'architetto Filippo Panseca, si dice appartenente al "cerchio magico" dell'allora premier Bettino Craxi, impose la sua "videoarte" attuata specie per i grandi raduni del partito socialista dell'epoca.
Tante e riguardevoli, sono le cose esposte da scoprire; dopo la visita si esce con maggiore consapevolezza su quegli anni e con viva soddisfazione.