#231 - 1 dicembre 2018
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Editoriale

Moscacieca

di Dante Fasciolo

Ricordo un gioco che piaceva, moscacieca.
Gioco da bambini, ma anche per grandicelli,
chi aveva gli occhi bendati doveva afferrare qualcuno,
riconoscerlo e pronunciarne il nome.

Ora va con se che, furbescamente, per noi maschietti
la presa si orientava verso le femminucce,
e avoglia per le bruttine farsi avanti…
la mira era orientata alle più carine
anche se erano le più smorfiosette.

Perché questa testarda scelta?
Detto subito: agguantata la predala si palpeggiava ben bene
ai fini del difficile riconoscimento…
e indovinato il nome ecco il premio
un bacio sulla guancia… sempre troppo sfuggevole.

Il gioco moscacieca può essere applicato
in molti campi della vita sociale e civile
tant’è che molti adulti giocano in borsa,
altri azzardano invenzioni, altri si affidano alle lot machin,
altri ancora alle strisce gratta e vinci…
una moltitudine che vive
sperando di agganciare una preda gradevole.

Supponiamo ora che sia il Governo
ad avere la benda sugli occhi:
la caccia si orienta verso obiettivi gratificanti
che soddisfino le esigenze del palpeggio
e al contempo déstino l’ammirazione degli altri.

Resta sempre difficile acchiappare la preda desiderata
ed esaminarla nei punti ritenuti polposi,
e scartando altre prede ritenute secondarie,
se anche le prime non rispondono alle aspettative
resta difficile ammetterlo…testardaggine docet.

Una mossa per vincere e non perdere la faccia?
Allentare pian piano la benda…che nessuno si accorga…
mirare alla polpa, ma non trascurare altri obiettivi
utili a dare equilibrio al gioco di tutti.
Utile sarebbe infine di smetterla con il gioco,
togliere la benda dagli occhi, abbracciare tutti,
e affrontare con equilibrio il gioco della vita dell’intera comunità.

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