#230 - 17 novembre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerŕ  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Storia di una tragedia

L'ultima ascensione

Pasquale Iannetti - Artemia Nuova Editrice

Una delle tragedie più famose della storia dell’alpinismo sul Gran Sasso si compie nel febbraio del 1929, ottantanove anni fa. Due tra i migliori alpinisti abruzzesi del momento, Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, partono da Assergi verso le alte quote del Gran Sasso. Le famiglie e gli amici sanno che vogliono salire d’inverno la cresta Sud del Corno Piccolo, una delle vie di arrampicata più eleganti del massiccio.

In quegli anni le radio e i cellulari non ci sono, e i rifugi non hanno certo il telefono. In alta montagna, d’inverno, le assenze di più giorni sono normali. Ma bastano pochi giorni per capire che qualcosa di grave è successo. L’Italia è investita da una bufera artica che fa gelare i canali di Venezia e accumula metri di neve in montagna. E Mario e Paolo Emilio non tornano.

L’allarme viene dato il 16 febbraio, otto giorni dopo la partenza dei due, da Ernesto Sivitilli, il fondatore degli Aquilotti di Pietracamela. Le squadre di soccorso si mettono in moto l’indomani.

Diario di Cambi e Cichetti ritrovato al rif Garibaldi
Alle ricerche, oltre a Forestali e Alpini, partecipano volontari e amici abruzzesi e romani. Tra i primi ad arrivare al rifugio Garibaldi, e a ritrovare il loro diario, sono due giovani che avranno un ruolo importante nella cultura italiana, il fisico Edoardo Amaldi e Giovanni Enriques, futuro fondatore della casa editrice Zanichelli.

Il corpo di Paolo Emilio Cichetti, che si è spento a un’ora di marcia dalla salvezza, viene ritrovato il 18 febbraio tra i boschi della valle del Rio Arno, a tre chilometri da Pietracamela. Quello di Mario Cambi, nonostante le ricerche a tappeto, riemerge dalla neve solo il 25 aprile.

Pasquale Iannetti, guida alpina di Teramo, è un personaggio ben noto a chi frequenta le montagne d’Abruzzo. Ha gestito a lungo il rifugio Franchetti, tra il Corno Piccolo e il Corno Grande del Gran Sasso. Ha condotto (e conduce ancora) i suoi clienti su vette e pareti in ogni momento dell’anno.

Vent’anni fa, come membro della Commissione Valanghe comunale, ha avvisato l’amministrazione di Farindola che costruire l’Hotel Rigopiano in quel punto sarebbe stato un azzardo. Sappiamo tutti, purtroppo, com’è andata a finire.

Ora, ne L’ultima ascensione (Artemia Nova Editrice, 176 pagine, 28 euro), che è il suo primo libro, Iannetti racconta cos’è accaduto a Cambi e Cichetti nel 1929. Grazie a brandelli di diario, e agli indizi trovati dai soccorritori, tornano alla vita il tentativo di salita al Corno Piccolo in una giornata glaciale, i due giorni di attesa di un miglioramento del tempo nel minuscolo rifugio Garibaldi.

Poi la fuga disperata, senza sci, tra metri e metri di neve lungo la Val Maone e la lontana Pietracamela. E la morte per assideramento prima di Mario Cambi e poi di Paolo Emilio Cichetti, che ha ceduto e si è accasciato sulla neve quando il paese e la vita erano ormai a pochi passi.

Completano il libro i capitoli dedicati alle altre ascensioni di Cambi e Cichetti sul Gran Sasso, alla loro vita lontano dalla montagna (Mario Cambi avrebbe avuto un futuro come pittore), alle loro famiglie tra L’Aquila, Teramo e Roma.

Dei capitoli di grande interesse sono dedicati alla storia dell’alpinismo sul Gran Sasso, e ai materiali tecnici, dalle corde di canapa ai ramponi d’acciaio, di cui Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti disponevano. Interessanti anche gli interventi di Vincenzo Cerulli Irelli, Thomas Di Fiore e di Gianni Battimelli. Molte e belle le immagini, frutto di una ricerca durata anni.

Da sempre, con qualche rara eccezione, il grande pubblico s’interessa all’alpinismo nei momenti delle peggiori tragedie, più che in quelli delle vittorie. E’ accaduto per la catastrofe del Cervino del 1865, per le vittime della parete Nord dell’Eiger negli anni Trenta, per Walter Bonatti e compagni nel 1961, per la tragedia del 1996 sull’Everest raccontata da Aria sottile di Jon Krakauer. E’ accaduto di nuovo, qualche settimana fa, con il dramma sulla Haute Route scialpinistica da Chamonix a Zermatt.

Ottantanove anni fa, tra Roma e l’Abruzzo, l’avventura e la fine di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti hanno emozionato i frequentatori del Gran Sasso e il grande pubblico. Pasquale Iannetti ci consente di riviverle. “L’ultima ascensione” è un libro che merita di essere letto. Anche da parte di chi vive, cammina e arrampica lontano dal Gran Sasso e dalle sue splendide torri di pietra.

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