La scacchiera
di Dante Fasciolo
Il gioco degli scacchi non è nuovo,
da tempo lontano è il gioco degli intelligenti.
E coloro che si ritengono più intelligenti in questo mondo,
gli aderenti al club di nome G20,
hanno allestito ancora una volta
un torneo del gioco, in Australia.
Le scacchiere sono molte, anche se il tavolo è unico,
ma gli impavidi giocatori si muovono con agilitÃ
tra una scacchiera e l’altra,
abbandonando subito le partite che presumono perse,
soffermandosi invece su quelle che presumono vincenti.
Sono abili giocatori, navigatori di lungo corso:
non perdono mai di vista la conquista
delle caselle e la possibilità di dare scacco
al re o alla regina del campo avverso.
I più attaccati al potere e che si sentono potenti
giocano in funzione di questi due elementi;
i più timidi, ma desiderosi di conquiste,
azzardano mosse astute con torri e cavalli
e tutti, comunque, indaffarati a difendere
la propria scacchiera…che fa rima
col proprio interesse nazionale.
Solo per convenienza e oscure strategie
includono nel gioco i pedoni
il cui nome è ignorato nella scacchiera
ma che nella scacchiera del mondo un nome lo hanno.
Si chiamano fame, sottosviluppo, povertà ,
sottooccupazione e miseria, malattia e ignoranza,
sfruttamento e repressione…
pedoni che vengono mossi strumentalmente
solo per giungere a trattare con più forza
per la più ambita e redditizia casella,
usando colonne, traverse e diagonali…
disegni cinici se tradotti in politica.
Spesso le partite di scacchi restano in sospeso,
né vinti né vincitori,
vincitori e perdenti a metà ,
la sfida riprende al prossimo torneo.
Così è al G20: strategie vincenti, strategie perdenti
sono riconsegnate alle nere borse in pelle
con stemmi d’oro della nazione.
Arrivederci alla prossima partita.