#221 - 23 giugno 2018
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Cinema

Con una retrospettiva dedicata ad Arrigo Frusta

Bologna

Cinema ritrovato

XXXII edizione del Festival

di Federica Fasciolo

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Il Museo Nazionale del Cinema è presente alla 32a edizione del prestigioso Festival Il cinema ritrovato (Bologna, 23 giugno - 1 luglio 2018) con l’anteprima di un nuovo restauro, quattro nuove preservazioni di rare copie nitrato, la presentazione in programma di cinque precedenti restauri realizzati negli anni passati e di sei copie d’archivio 35mm provenienti dalla vasta collezione torinese.
E’ inoltre a cura del Museo Nazionale del Cinema e della Fondazione Cineteca di Bologna la retrospettiva dedicata ad Arrigo Frusta, pioniere sceneggiatore del cinema muto italiano, del quale l’Archivio Storico del Museo conserva il ricco fondo di sceneggiature, soggetti e documenti.

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Sarà presentato in anteprima internazionale, nella sezione Ritrovati e Restaurati, il restauro di "Nerone" (1909) di Luigi Maggi e Arturo Ambrosio, curato dal Museo Nazionale del Cinema con la Cineteca di Bologna e il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale di Roma in collaborazione con l’EYE Filmmuseum di Amsterdam e la Deutsche Kinemathek di Berlino.

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Le quattro nuove preservazioni di rare copie nitrato provenienti dal BFI National Archive di Londra, realizzate dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con la Cineteca di Bologna, sono "La fucina" (1910), "La regina di Ninive" (1911), "Il granatiere Roland" ( 1911) e "La lampada della nonna" (1913).

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La retrospettiva Arrigo Frusta e l’officina della scrittura, curata Claudia Gianetto e Stella Dagna del Museo del Nazionale del Cinema e da Andrea Meneghelli della Cineteca di Bologna, vuole offrire un assaggio - proprio a partire dalla versione restaurata di "Nerone" (1909) - del mondo di storie che presero corpo sulla scrivania del prolifico sceneggiatore: tra imperatori e martiri risorgimentali, eroine romantiche e implacabili amazzoni, assassini psicopatici e principi delle favole in crisi depressiva, l’universo di Frusta ci offre un caleidoscopico punto di vista sulla produzione del cinema muto italiano.

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Nella frizzante Torino degli anni Dieci, Arrigo Frusta (1875-1965), al secolo Augusto Sebastiano Ferraris, era direttore dell’Ufficio soggetti della casa di produzione Ambrosio. Eclettica figura di intellettuale bon vivant, notaio mancato e giornalista per vocazione, fu conquistato alla neonata cinematografia nazionale dalla curiosità verso la nuova tecnologia e anche dalle allettanti 300 lire mensili. Schiller, Virgilio, Balzac, Manzoni, D’Annunzio e Shakespeare, nessun adattamento era troppo impervio per la penna di Frusta che con più di 250 tra sceneggiature e soggetti realizzati al suo attivo, contribuì in maniera determinante a sistematizzare e orientare la pratica del ‘cinema scritto’. Frusta fondò nel 1953, insieme a Maria Adriana Prolo, Giovanni Pastrone, Leonardo Mosso e Mario Gromo, l’ Associazione Culturale del Museo del Cinema da cui nascerà, il 27 settembre 1958, il Museo del Cinema nella sede storica di Palazzo Chiablese.

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A testimoniare la poliedrica produzione di Frusta, anche preziose copie d’archivio 35mm provenienti dalla collezione torinese: Buon anno! (1909), Giuda (1911), La madre e la morte (1911), Sogno di un tramonto d’autunno (1911), Una partita a scacchi (1912) e La maschera pietosa (1914).

Infine, tra i restauri del Museo realizzati negli anni passati e ripresentati in differenti sezioni di questa edizione del festival ci saranno Spergiura! (1909), Raggio di sole (1912), La ribalta (1912), Mariute(1918) e infine La moglie di Claudio (1918), intensa interpretazione di Pina Menichelli.

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Da anni impegnato nel recupero e nel restauro di pellicole che si pensavano irrimediabilmente perdute, il Museo Nazionale del Cinema di Torino conferma ancora una volta la sua vocazione di ente destinato al recupero, al restauro, alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio filmico mondiale. Se negli anni più recenti di attività un’importante costante è rappresentata dall’attenzione per il cinema sonoro d’autore, molti dei restauri realizzati rientrano nell’ampio progetto di valorizzazione del cinema muto italiano promosso dal Museo Nazionale del Cinema - in collaborazione con importanti istituzioni in Italia e nel mondo - e che ha fatto del museo torinese un punto di riferimento nel panorama cinematografico internazionale.

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