#220 - 9 giugno 2018
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 31 gennaio, quando lascerà il posto al numero 360. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Pagine Preziose

Abbracciare gli alberi

Giuseppe Barbera - Il Saggiatore

Il più vecchio albero italiano di cui sia certa l'età è un pino loricato che cresce in Calabria abbarbicato sul Pollino.
È nato nel 1026, più giovane quindi di un suo omonimo nato nel Nord della Grecia nel 941 e considerato il più vecchio essere vivente del Mediterraneo.
Il più vecchio del mondo invece è un abete rosso (un albero di Natale, per intenderci) che vive in Svezia e che nel 2008 dovrebbe aver compiuto 9550 anni.

Ancorati alle radici, gli alberi non si muovono.
Si procurano da soli il nutrimento grazie alla clorofilla, trasformando l'energia solare in materia organica.
Non hanno un cuore, due occhi o due gambe. Possiedono tessuti in perenne condizione embrionale, pronti a dare origine a tutti gli organi necessari: se a un albero tagliano un ramo, una gemma fino ad allora dormiente sarà pronta a generarne uno nuovo.
Sono virtualmente immortali.
Forse per questo gli uomini, insoddisfatti della propria condizione, non hanno mai smesso di cercarli.

Giuseppe Barbera - agronomo siciliano da sempre impegnato nella tutela dell'ambiente e del paesaggio - esplora l'attrazione che gli esseri più evoluti del regno vegetale esercitano su poesia e letteratura dall'inizio dei tempi: dai poemi omerici, anzi dall'epopea di Gilgamesh, il primo uomo ad aver abbattuto un albero (per la precisione, un grande cedro cresciuto sulle montagne prossime all'Eufrate) e ad aver avviato con i suoi colpi d'ascia il disboscamento che, complice un inaridimento climatico, ha portato alla fine della civiltà mesopotamica. E ha segnato il destino della nostra.

Un senso di leggerezza, di felicità sottile, di pace percorre il lettore di "Abbracciare gli alberi" - che il Saggiatore propone in una seconda edizione rinnovata -, perfino quando ci racconta dello scempio edilizio perpetrato dalla mafia nella Conca d'Oro di Palermo, un giardino naturale di leggendaria bellezza che fece ritenere a Goethe di aver scoperto l'Eden in terra.
Un benessere pervasivo da cui non si viene abbandonati neppure dopo aver terminato la lettura, che come una radice si espande, invade lo spazio interiore e modifica il rapporto con quello esteriore.
Abbracciare gli alberi è un libro che cambia il modo di stare nel mondo.

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