Tango
di Dante Fasciolo
Il carro di Tespi ha raggiunto la sua meta,
qui, a Montecitorio, ha fissato le ruote
e si accinge a dare spettacolo;
il cartellone indica 5 anni,
ma deve esserci un errore,
verosimilmente lo spettacolo ne durerà ,
si e no, appena uno.
Le fazioni principali in campo sono tre,
altre formazioni minori sono gregari.
Ebbene, come per il famoso gioco delle tre carte
i protagonisti dell’agone si assegnano
l’asso del potere, ovvero il Governo,
e per questo continuano a scambiare velocemente
le carte in tavola fino a stordire chi guarda.
Credi che l’asso sia a destra, oppure credi
che l’asso sia a sinistra, o al centro…
non è mai così! il rapido scambio
della carta vincente tra le altre due
non permette mai di focalizzare il punto giusto
e così di rivelazione in rivelazione
passa il tempo e lo spettacolo continua.
Proprio uno che di spettacolo si intende,
uno dei molteplici burattinai nell’ombra,
tira i fili delle sue marionette
e musica e movenze muovono passi di tango.
Tango, indovinatissimo ballo,
le coppie variano, si abbracciano e via:
avanti e indietro, giravolta, figurazioni ammaliatrici.
Perché ora tutti i giocatori in campo copiano?
Basta scorazzamenti trasversali in sala,
cambiare ballo, cambiare verso direbbe qualcuno,
ecco, suonate un valzer: coppie stabili
potranno girare ordinatamente,
una dietro l’altra, con chiarezza…
come al ballo del Gattopardo.