Anche se nell'ultima tornata elettorale sono stati usati in minima parte,
a lungo nel recente passato hanno comunicato progetti e promesse.
Letter@perta
Manifesto murale
di Dante Fasciolo
Hai fatto bella mostra di te,
impiastricciato di ruvida colla, per poche ore;
ti hanno guardato poche persone e di sfuggita,
ed ecco che già ti hanno coperto
con un altro sventurato compagno;
e ancora uno, e uno ancora…
e ti senti soffocare.
Vorresti uscire, respirare un po’,
dire che hai ancora qualcosa da mostrare,
ma non puoi liberarti dalla morsa degli altri
che ti stringono con tenacia,
e tu stesso non molli la presa
per non precipitare in basso accartocciato,
ora che la colla ha perso il suo potere.
Un leggiadro refolo s’insinua tra liberi interstizi,
spazi sparsi lungo i tuoi confini,
e dà respiro al tuo desiderio di libertà ,
mentre s’agita la speranza
e tumulti scuotono il labirinto entro il quale
ti hanno cacciato promettendo
onori e successo.
A nessuno sia negata una risurrezione…
Una mano anonima e invisibile,
come un richiamo di lontana memoria
o di un sussulto dell’anima a lungo mortificata,
strappa con ardimento brandelli di carta
e apre ferite profonde
piagate dall’esile eco del tempo.
Ecco, sei tornato alla luce,
una parte di te può ancora, in qualche modo,
brillare al sole, occhieggiare la strada,
la mutilazione ti appare meno dolorosa
poiché condivisa con altri,
e simultaneo il tuo nuovo volto
si appaia ai molti, al pari sfregiati.
Emergono dal bianco macchie colorate,
i rossi e i blu la fanno da padroni,
spezzano, coprono, circondano, confondono
frasi mozzate senza senso,
consonanti e vocali intrecciano immagini nuove:
sbiadite e colme di tenerezza, implorano ora
un perdono per le bugie e gli inganni originali.