Bilancia
di Dante Fasciolo
Da tempo memorabile, si sa,
il commerciante alza il valore del peso
della bilancia e in più zavorra la merce…
il consumatore lo sa e tollera, e di recente
è più attento alla bontà del prodotto
che non a qualche grammo in meno.
Questa è la soluzione più intelligente:
qualche grammo di cibo in meno fa bene,
in tempi in cui prevale “la lineaâ€,
e sul dato della salute ognuno sa
che un buon pasto è salutare.
Questo rapporto tra chi vende e chi acquista
si capovolge se si prende in esame
il rapporto tra partiti che vendono
ed elettori che acquistano:
i primi zavorrano il piatto delle promesse,
i secondi si beano dell’insperato sogno.
Il gioco però dura poco, nel breve
le illusioni si materializzano
e il sogno si allontana travolto
dalle realtà del vivere quotidiano:
la bilancia politica rivela il suo trucco
e la merce acquistata si perde nel vuoto.
Rivendicazioni, protervie, ripicche, vendette:
come nulla fosse accaduto in questo difficile rapporto,
tornano a tormentare i piatti delle bilance taroccate;
e l’unica bilancia che potrebbe dare il peso giusto
dell’intelligenza, dell’onesta interiore,
del modesto riconoscimento dei propri limiti,
della responsabilità personale e collettiva,
della sincerità verso gli elettori gabbati
con promesse illusorie e programmi irrealizzabili…
ebbene, questa bilancia non si trova…
perché non è stata ancora inventata…
perché non farebbe comodo a nessuno dei furbi.