Una iniziativa Fuis - Federazione Unitaria Italiana Scrittori
Sede Fuis - Roma
Percorsi d'Autore
Il poeta Elio Pecora conversa con poeti romanzieri saggisti
Percorsi d’autore, incontri-conversazioni con poeti, romanzieri e saggisti a cura di Elio Pecora, è la nuova iniziava della Fuis - Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Ogni martedì, il noto poeta, scrittore e saggista incontrerà e converserà con un autore: tema dell’incontro sarà non solo l’ultimo libro di ciascun autore, ma l’intero percorso artistico e culturale in cui un’opera letteraria si compie e si manifesta.
Paolo Febbraro ha fatto da battistrada, al quale seguiranno la scrittrice e regista Cristina Comencini (18 novembre), il saggista e critico letterario Filippo La Porta (" dicembre), il narratore e saggista Paolo Di Paolo (16 dicembre).
Nel presentare l'iniziativa, la Fuis ha voluto anticipare per ciascun autore un breve brano a testimoniare la loro espressione letteraria.
Paolo Febbraro - Deposizione da Fuori per l’inverno, edizioni Nottetempo 2014
«Do testimonianza, metto a verbale
che un tempo si cantava per lo specchio,
tardava o ci ammalava primavera,
le donne si compravano coi cuori.
Notte, tramonto e sera
stavano per la morte, di amori
era sintomo il giorno, e cecità .
Del mare affermo la materna crudeltà ,
dell’albero la piega taciturna.
Visto e approvato ciò che qui fu legge,
piango, lo scordo e depongo nell’urna».
Cristina Comencini - da Voi non la conoscete, ed. Feltrinelli 2014
"Nella mia vita fuori di qui c’erano ore senza razionalità , moderazione, amore, investite all’improvviso da furia e rabbia, tempeste d’odio. Nella natura il vento spinge le nuvole, il caldo e il freddo cozzano, sciolgono acqua, gonfiano il mare, tutto è spiegabile. In me no. Certi giorni, quando tornavo a casa, mi fermavo al palo dell’autobus, respiravo senza fiato, cercavo di calmare il battito del cuore. L’ordine delle ore, il lavoro, i figli, marito, tutto distrutto da un fuoco di cui non sapevo nulla.
Mi accadeva da sempre, anche quando ero ragazza, una volta al mese, e non bisognava farla lunga, poi però la furia si è spostata. Poteva prendermi fuori casa o in camera da letto, o mentre leggevo un libro ai bambini, pelavo patate o infilavo i piatti nella lavastoviglie.
Il sangue mi girava nel corpo, lo scaldava, qualcosa pulsava dentro di me, cercava una strada senza trovarla, mi sembrava di precipitare in un buco nero e mi veniva da piangere senza ragione. Nascondevo la rabbia. Il bagno, a casa o al lavoro, era il posto giusto per maledirmi. Giravo la chiave, mi guardavo allo specchio e ripetevo a mezza voce: < Chi sei Tu?>…"
Filippo La Porta- da Roma è una bugia, ed. Laterza 2014
"Fin da quando ero bambino, ho sempre pensato che le vie e le piazze di Roma volessero comunicarmi qualcosa: le strade sono le nostre stesse viscere. La città natale non l’abbiamo scelta. Ci è capitata, ci è quasi caduta addosso. Proprio come tutto ciò che è reale. Perciò coincide non solo con una mentalità , che abbiamo più o meno introiettato, ma con il destino, o meglio con una forma del destino che abbiamo il compito di decifrare. Aggiungo solo che la vita che raccontiamo non è quella che abbiamo vissuto, così come il sogno che raccontiamo (all’amico o allo psicanalista) non è quello che abbiamo sognato, e che è perduto per sempre. Il punto è solo quello di credere di averla vissuta come la si racconta, o almeno così suggerisce La Capria. La nostra interpretazione si sovrappone a ciò che è accaduto e diventa più vera del vero. Come sapeva Antonio Machado, la verità si inventa…"
Paolo Di Poalo- da Mandami tanta vita, ed. Feltrinelli 2013
"Il mondo gli è divenuto ostile. Da troppo tempo scorrono giorni tutti uguali, tutti neri, che vive come congiure. Perfino la forma di una nuvola più sicura può sembrargli un rimprovero, una condanna, una figura minacciosa dipinta da Mantegna. Un lungo giorno di pioggia diventa un affronto personale. Qualcosa si è spezzato: Moraldo ha cominciato a camminare con circospezione, a farsi largo a fatica tra la diffidenza della folla. A guardare gli altri di sfuggita, a sentirli tutti così – cerca l’aggettivo- così ingiustamente avversi. Lo giudicano male, lo sa, e per questo affretta il passo, stringe il bavero del pastrano con la mano destra sul collo, procede spedito anche quando nessuno lo aspetta. Un rumore alle sue spalle – qualcosa che graffia sul selciato – può spingerlo a voltarsi senza dare nell’occhio, per accertarsi di non essere seguito. Ma è solo una stupida foglia accartocciata spinta dal vento…"