Archiviate le festività legate al Natale
non dimentichiamo i valori che trasmette
Ricordato ovunque nei cinque continenti
Il Natale
La nascita che ha segnato la storia del mondo.
Una festa non solo per i cattolici
In tutto il mondo si ècelebrato il Natale, cioè la nascita di Gesù di Nazaret, "Yehoshua" nella dizione ebraica.
La nascita è sempre una buona notizia e si celebra in tutte le culture e in tutte le lingue. In questo caso si festeggia la nascita di un bambino che ha segnato la storia del mondo.
Una persona che è stata considerata dai cristiani il Messia e il Figlio di Dio, un rivoluzionario che ha indicato all’umanità la via dell’amore, del perdono, della carità , della fragilità e della non violenza, che vince sull’arroganza e sulla brutalità dei poteri forti.
Ha detto a questo proposito il filosofo Massimo Cacciari: "Io, che non sono credente, m’interrogo: c’è un simbolo (il Natale, ndr) che ha dato un contributo straordinario alla nostra storia, alla nostra civiltà , alla nostra sensibilità …".
Sulla fragilità e umanità di Gesù che vince sui poteri del mondo ha scritto anche Napoleone Bonaparte: "Alessandro, Cesare, Carlo Magno ed io abbiamo fondato enormi imperi; ma da cosa dipendevano queste nostre creazioni geniali? Dalla forza. Solo Gesù ha fondato un impero basato sull’amore e, ancora oggi, milioni di persone sono disposte a morire per lui".
A tale proposito, Roberto Benigni ha aggiunto: "Gesù, ne ha fatte veramente di cose straordinarie, da volergli bene, da inchinarsi sul serio. Era uno che non poteva peccare e ha trasportato tutti i peccati del mondo, non poteva morire e si è fatto ammazzare. E poi ha inventato la carità , l’amore disinteressato, che prima di Gesù Cristo semplicemente non c’era. Nessuno può superare l’amore di Gesù, che ci ha fatto maturare, andare avanti milioni di anni".
E la scienziata Margherita Hack ha scritto: "Gesù è stato certamente la maggiore personalità della storia. Il suo insegnamento, se ha resistito 2.000 anni, aveva davvero qualcosa di eccezionale; ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente".
La popolarità di Gesù Cristo non è mai calata nella storia. Al contrario, è sempre cresciuta. Ha ricordato Vittorio Messori che, già nel 1800, erano stati dedicati a Gesù 62 mila volumi. Alla Biblioteca Nazionale di Parigi, specchio della cultura occidentale, la voce "Gesù" è la seconda per numero di schede. La prima è "Dio".
Eppure, quando il giovane Gesù cominciò a insegnare, rivelando di essere il Figlio di Dio, pochi gli credettero. I più, soprattutto tra i potenti, lo schernirono e lo avversarono, al punto da condannarlo a morte e crocifiggerlo.
Questa seconda parte della storia è commovente.
Era il Figlio di Dio, aveva l’universo come casa, e per amore dell’umanità ha deciso di nascere da Maria. Non ha mai cercato privilegi. Quando è arrivato a Gerusalemme, non lo ha fatto in groppa a un cavallo bianco, ma in groppa ad un asino. Ha pianto e condiviso privazioni e sofferenze a fianco delle persone che amava...
William Edwin Orchard, già ministro protestante, poi prete cattolico, ha commentato: "Gli hanno dato una mangiatoia come culla, la panchina di un falegname come pulpito, le spine come corona, e una croce come trono. Lui ha preso ciò e ne ha fatto la gloria del suo essere".
Secondo la logica umana, il figlio di Dio avrebbe dovuto venire in terra con tutti gli onori a parlare con i ricchi e potenti; invece Gesù ha rivelato d’essere venuto "per servire, e per dare la propria vita in riscatto di molti".
E ancora: "Non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo".
Ha praticato e insegnato il perdono, la compassione, la carità , l’amore fraterno. Di fronte a coloro che lo stavano uccidendo in croce, Gesù ha chiesto a Dio "perdona loro perché non sanno quello che fanno".
È stato insultato, deriso, umiliato, torturato e poi ucciso. Ha accettato tutto per amore, ha versato il suo sangue per lavare i peccati degli uomini.
Ed è per questo che, ogni anno, in tutto il mondo. si celebra la sua nascita con il Natale.