Immigrazione
di Dante Fasciolo
Una dopo l’altra, le riunioni europee
sfornano a tutti i livelli finti propositi positivi,
e regolarmente segnano sul pallottoliere
un equivoco punteggio certo non rassicurante
per chi aspetta una possibile soluzione
al pressante problema dell’immigrazione.
Ad ogni riunione una delusione e una rabbia in più,
che vanno a sommarsi alle ferite che molti
connazionali infliggono con sarcasmo e sberleffo;
come se il fenomeno non li riguardasse,
o meglio, li riguardasse solo per tornaconto politico,
laddove il tanto peggio tanto meglio
faciliterebbe l’adesione a soluzioni liberatorie,
facili ed utopistiche quanto basta a soddisfare l’ego
dissacrante, mistificante e velleitario.
L’Europa sul punto si rivela inconcludente
tra incertezze e incomprensibili dinieghi,
e spesso occorre reprimere l’istinto ribelle
per dare spazio e metodo alla costruzione
di doverose strutture di intervento
capaci di razionalizzare il fenomeno.
Non si illudano in Europa quanti credono
di cavarsela temporeggiando e rinviando,
la struttura dell’Unione è fragile e può collassare
sotto le spinte populiste e nazionalistiche,
e i propugnatori di questi due indirizzi politici,
tanto simili agli spasimi delle sette di ogni risma,
sappiano che nulla varrà delle loro teorie
sotto le macerie del crollo tanto auspicato.