#184 - 18 febbraio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascer il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Il Lettore

Parte seconda

di Ruggero Scarponi

Eccolo, mi dissi. Adesso arriva la botta.

  • Ti va un lavoro? – Mi sorprese.
  • Che genere? – risposi cauto
  • Retribuito – ribatté misterioso
  • Legale? Non ho voglia di finire al fresco. Ce n’è già abbastanza in giro…
    Rise di cuore, attirando persino l’attenzione di alcuni avventori.
    Tirò fuori un pacchetto di sigarette nuovo. L’aprì meticolosamente, ne prese una, se l’accese e poi mi porse tutto il pacchetto.
  • Fumi? Prendilo, è tuo.
  • Mi scusi, - cercai di prendere le distanze - noi non ci siamo neanche presentati e lei prima mi offre da bere poi la colazione…e adesso…Ma lei chi è? Perché ci tiene tanto ad attaccare con me. Che intenzioni ha? Io sono al verde, è vero, ma le porcherie non le faccio, non si faccia idee strane, io…
    Mi bloccò con un gesto della mano.
  • La tua voce – disse – mi serve.
    Lo guardai sconcertato, senza capire.
  • Cosa? -
  • Ero dentro, in sala, , quando ti hanno chiamato all’audizione.
  • E questo, cosa significa?
  • Che ti ho ascoltato leggere.
  • Lei mi ha ascoltato? Due minuti si e no?
  • Sufficiente per capire che sei giusto, per quello di cui ho bisogno.
  • Che dovrei fare?
  • Leggere. Se ti va. Per un bel mucchio di soldi.
  • Ma non mi va di essere preso in giro. Nessuno regala il denaro. Ci saranno milioni di persone che sanno leggere. Perché proprio io e perché promettermi un bel mucchio di soldi? A che pro?
  • Per il timbro. Ti ho ascoltato. Hai il timbro giusto. Vieni a casa mia, ti spiegherò meglio di che si tratta. – Allora? Vieni?
    Esitai, dubbioso.
    D’accordo – E lo seguii.
    L’amico abitava in un villino niente male. Dava l’idea di uno che non se la doveva passare grama.
  • Quindi – dissi quando fummo in casa – era alla ricerca…
  • Di una voce – concluse lui
  • Ma a che le serve? Gestisce forse una rete radiofonica?
    Per tutta risposta mi fece cenno di seguirlo.
  • Andiamo nel mio studio e ti mostro il progetto.
  • Ecco – mi disse premuroso – siediti qui – mi cedette il posto alla scrivania di fronte al computer. – Questo è il nostro progetto.
  • Nostro? – Chiesi diffidente.
  • Nel senso, mio e dei miei partner – precisò.
    Si era connesso a un sito. Non mi sembrava niente di speciale e restai deluso.
  • Ma è sicuro che ‘sta roba tiri? - A chi può interessare? Ho l’impressione che lei esageri la portata, forse…
  • Guarda qua – mi rispose furbesco. Attivò un database. C’erano almeno un centinaio di nominativi… - E siamo partiti soltanto da un mese.
    Scorsi con attenzione l’elenco. Sembrava roba seria.
  • Tutta questa gente – chiesi incredulo – è interessata a un lettore? E a casa propria? Non capisco.
  • I nostri lettori – mi rispose sussiegoso - sono ricercati per rendere indimenticabili, feste, matrimoni, serate…
  • Non starà esagerando ?– obiettai
  • Dopo il corso che ti faremo fare, non la penserai più così
  • Un corso, eh? Ora capisco. Ci sono cascato come un pollo. Mi pareva. Era troppo bello per essere vero. E quanto mi costa questo corso?
  • A te nulla. Fa parte della dotazione. Se accetti il periodo di prova ti liquido subito un acconto. Cinquecento euro, può andare? Naturalmente quando sarai in forza con noi saranno duemilacinquecento, al mese…
  • E basta con questa presa in giro!– Urlai – Lo scherzo è bello fintanto che è breve. Ora ne ho abbastanza!
    Quello mi guardò incuriosito. Poi comprese.
  • Nessuna presa in giro. E’ tutto vero – sentenziò serio.
  • Com’è possibile?
  • Te l’ho detto. Fai il corso. Poi capirai.
    Ero agitato. Una fortuna del genere non era normale. Ma non riuscivo a capire dove potesse essere l’inghippo.
  • Calmati! – mi disse l’amico – davvero non c’è nessun mistero. La tua voce. Puoi ringraziare la tua voce. Hai il timbro giusto per questo mestiere. Vedi, oggi va molto di moda in un certo ambiente, un particolare tipo di drammatizzazione letteraria, non è una cosa da tutti, ci vuole il metodo, per questo sono disposti a pagare bene e la richiesta sta aumentando...
  • Ma, - non riuscivo a credere - in ogni caso non capisco…
  • Quando un nostro addetto legge, ti garantisco,- disse quasi sottovoce - non si dimentica. Il metodo è una nostra invenzione, ma ti assicuro che funziona. – E marcò sulla parola funziona.
    Mi dette anche un breve saggio di cosa intendesse per lettura con il “metodo”che mi lasciò a bocca aperta. Non ero uno sprovveduto in senso professionale. Anche se non ero riuscito a sfondare, pure avevo alle spalle tante interpretazioni teatrali e sapevo come impostare la voce e come leggere qualsiasi testo letterario. Eppure ascoltare quell’anziano signore leggere un breve raccontino di sua invenzione fu un’esperienza completamente nuova. Non immaginavo neanche che si potessero ottenere con la sola lettura certi effetti, potrei dire certe onde emotive.
    E poi tutto quello che aveva detto si dimostrò vero.
    Mi fecero fare il corso. Un tale mi spiegò come dovevo impostare la voce.
  • Lo so – dissi risentito per darmi un contegno – sono un attore io.
  • Non si offenda – ribatté – ma per questo genere di lavoro è diverso. E prese a insegnarmi.
    Anche i cinquecento euro mi dettero. E poi alla fine mi fecero il contratto.
    Quando mi presentai per iniziare il lavoro vero e proprio, mi fornirono una lista in cui avevo impegnati tutti i giorni della settimana.
  • Porta pazienza - mi disse l’amico – appena trovo un altro col tuo timbro di voce ti faccio riposare.
  • Almeno la domenica! – esclamai
  • La domenica proprio no. E’ il giorno di massima richiesta. Ma un giorno alla settimana, si, di sicuro.
    Per la verità dopo tanta disoccupazione trovarmi oberato di lavoro non mi dispiaceva.
    In alcuni giorni avevo anche due e addirittura tre appuntamenti.
    Ero specializzato nel fantasy, nel mistery e nell’horror.
    La prima volta che presi servizio fu a una festa di un tale ambasciatore.
    (continua)
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