Dolomiti Alto Adige e Veneto
Ghiacciai e cambiamenti climatici
Attività agricole ed industriali
causa dell'agonia dei ghiacciai alpini?
Di Giancarlo Salvoldi
Tra la Marmolada e il gruppo del Sella, superbi, c'è Arabba con le piste da sci di "Porta vescovo".
Mentre dal suo rifugio a quota 2500 ammiro i panorami, mi raccontano che il ghiacciaio della Marmolada, considerato dai mass media un "grande malato" perchè si ritira sempre di più, sta restituendo i baraccamenti della grande guerra.
Emergono le costruzioni realizzate dagli Alpini in trincea esattamente 100 anni fa.
I cultori della triste "post verità " denunciano l'uomo e le sue attività agricole ed industriali come la prima se non esclusiva causa dell'agonia dei ghiacciai alpini.
Sul Gran Zebrù accade la stessa cosa e anche lì si denuncia che l'uomo sta cambiando i climi. E' vero che i ghiacciai si sciolgono, ma non è vero che ciò accade per le emissioni in atmosfera. L'inganno sta nel celare accuratamente l'implicazione di quanto emerge alla vista e dunque dovrebbe essere presente anche alla ragione di tanti "scienziati".
Se emergono le strutture militari costruite un secolo fa, anche un bambino capisce che a quel tempo i ghiacci si erano sciolti molto più di oggi, senza la diffusione di auto e di industrie.
Forse conviene prendere atto della ciclicità dei cambiamenti climatici e agire di conseguenza.
Se la Groenlandia era appunto verde "groen= green" quando è stata colonizzata dai Vichinghi,
significa che ciclicamente i suoi ghiacci avanzano e retrocedono.
E allora mostrateci pure i giganteschi crolli di ghiacci in oceano, ma diteci anche che mille anni fa e duemila anni fa la Groenlandia meridionale era abitata e coltivata.
Dire una verità a metà nascondendo l'altra metà significa fare catastrofismo gran danno.
Chi crede nella scienza e non dico nella verità , ma almeno nella ricerca di verità , sa che il prendersi cura del Creato può fondarsi meglio sui dati di fatto reali che sulla "post verità ".
Combattere la desertificazione, e i flussi migratori, su presupposti anti scientifici, significa combattere contro i mulini a vento.
E questo è l'obiettivo della élite multinazionale di Davos, che si riempie la bocca di diritti civili e di ambiente, e che in realtà promuove una feroce politica, se si può ancora dire, di destra.