Cesare deve morire
di Dante Fasciolo
Fu preso alle spalle da Cimbro Tillio,
e uno dei due Casca lo ferì da dietro alla gola;
“Ma questa è violenza!†gridò Cesare sorpreso,
e la voce si arrestò di colpo vedendo avanzare
la minaccia di altri congiurati e tra loro
la presenza di Marco Giunio Bruto,
o forse di Decimo Giunio Bruto Albino,
“Anche tu Bruto, figlio mio?†sussurrò
con l’ultima strozzata voce ripiegando su se stesso,
e aggiunse “non vale più vivereâ€.
23 coltellate posero fine alla sua vita,
eppure Cesare era stato osannato tra gli dei…
troppo potere, troppa volontà di fare,
ciò non è perdonabile per la mediocrità del senato….
Si sa, la storia si ripete
anche se con modalità differenti.
Di Giunio Bruto ogni anfratto politico è pieno;
e se un Cesare tracima in misura, ebbene:
“Cesare deve morireâ€.
Le vicende nazionali hanno buona memoria,
dal passato hanno ereditato lo spirito
e la capacità di renderlo pratico:
“morte tua, vita miaâ€
È così da secoli, e ne portiamo tutto il peso.
Non abbiamo, oggi, bisogno di nuovi Cesare, è vero,
e non servono coltelli per respingere tentazioni,
sono sufficienti le parole, le più dispregiative
per accelerare l’azione di omicidio…
se di omicidio si tratta, e non di un premeditato
suicidio ordito in casa di Cesare, per attribuirsi
una medaglia di cartone al falso amor patrio.