In occasione dell'assegnazione del Nobel per la letteratura
Bob Dylan in Concerto
Nel 2002 a Ravenna dopo un concerto al Palé De Andrè
Di Anna Manna
Tutta la gente in piedi
al Palé De André
eravamo in concerto!
Un Tour
attorno alle ore fumose della vita
dense, spesse come nebbia
Nel cuore pesavano
i problemi come massi
e sassi
le nostre parole
lanciate per ferirci
le mani alzate, gli occhi in alto
aggrappati ai sogni,
i miei muscoli contratti
i miei seni gelati
la birra a fiotti
sugli spalti
a scaldare la gente
infreddolita senza amore
e mentire la vita
facendo rumore
Lui
quella voce metallica
a scavare nel cuore
col coltello della musica
il cappellaccio bianco
in mezzo al palcoscenico
era come una bandiera
un urlo
una fune per fuggire
Nella stanza d'albergo
la notte
annebbiata dal concerto
diventò una canzone dolcissima
estenuante
disperata
avrebbe fiaccato anche il cavallo pazzo
di un cow boy
ubriachi di ieri
prigionieri di un presente
assordante
mangiavamo le note
come fossero l'oblio
Dentro si moriva un po'
ad ogni refrain
di quell'ambrosia infernale
che faceva male
Poi senza più appigli
svestite le menzogne
urlammo di dolore
di piacere
come per navigare
una muraglia d'acqua
Quando si placò lo tsunami del cuore
aprimmo gli occhi
ed era una mattina dolce
di primavera
Ravenna era silenziosa
con le saracinesche abbassate
anche Bob dormiva sfinito
in qualche camera d'albergo.