Bridget Jones's baby
Terzo capitolo - opportuna differenziazione dal libro
di Federica Fasciolo
Il primo film di Bridget Jones è stato uno di quei rari casi in cui una trasposizione cinematografica ha cavato sangue da una rapa (il libro scritto malissimo da cui è tratto) per trasformarla in qualcosa di interessante. Certo c'erano i bei personaggi, il divertimento e alcune buone idee di fondo, ma la scrittura era (davvero molto) discutibile e tutto è stato notevolmente migliorato grazie al film.
Allo stesso modo, per quanto riguarda questo terzo capitolo, è stata una fortuna (o più che altro semplice buon senso) che la produzione abbia impedito l'uccisione di Mark Darcy da parte della scrittrice Helen Fielding: il suo terzo libro racconta, infatti, la vita dell'ormai vedova Bridget, alle prese con una relazione con un ragazzo 25 anni più giovane di lei. Inutile dilungarsi sul disappunto del pubblico affezionato (ho letto di qualcuno che avrebbe desiderato gettare il libro nel fuoco appena finito, e non mi ha sorpreso).
Nel film, invece, Bridget e Mark hanno divorziato. I vecchi amici di lei sono impegnati con famiglia e figli e Bridget si ritrova di nuovo sola, finché una collega di lavoro più giovane la porta a scatenarsi e lei non finisce a letto con tale Jack Qwant. Pochi giorni dopo vediamo ripetersi, in un contesto decisamente meno scatenato, la stessa situazione ma con un altro uomo... Ovviamente, Mark Darcy. Bridget resta incinta, ma chi è il padre? E soprattutto, chi sceglierà tra i due (se sceglierà )?
"Bridget Jones's baby" è sicuramente un terzo capitolo degno di visione: divertente, leggero ma anche profondo, in cui molti potranno rispecchiarsi.
Bridget è cresciuta (nonché dimagrita) e in modo credibile. La sua carriera ha fatto qualche progresso, parlare in pubblico non è imbarazzante tanto quanto un tempo ma le gaffe restano inevitabili. Mark sembra sempre il solito Mark, ma subisce comunque qualche cambiamento. Vietato dire se positivo o negativo. Jack rimpiazza Daniel Cleaver (il quale avrà modo di farvi ridere anche non essendo presente) ma è decisamente meglio di lui, per quanto non privo di difetti. Ne risulta un triangolo amoroso ben equilibrato e capace di raccontare una storia che potrebbe essere vera. Una storia significante.
Mi aspettavo un finale che fosse riflesso dei cosiddetti tempi moderni, ma le mie ipotesi erano sbagliate e ho ottenuto dei risvolti che i tempi moderni li rappresentano ancora di più.
Ciò che ho visto racconta l'amore che sfida il mondo in cui esso stesso si trova a vivere, un mondo in cui si lotta e non sempre si vince, e in cui quando si perde è necessario capire quale sia il vero motivo della sconfitta. Unico modo per poter andare avanti con la consapevolezza di saper scegliere ciò che è giusto per noi.
Qualche difettuccio strutturale c'è, nella seconda parte. Ma considerate le difficoltà produttive che il film ha attraversato (dovute soprattutto alla necessità di partire da zero con una nuova storia, diversa da quella del terzo libro) il risultato è molto più che soddisfacente.
Emma Thompson, già vincitrice di un Oscar alla migliore sceneggiatura non originale per "Ragione e Sentimento", ha collaborato alla scrittura di questo bel film e l'ha probabilmente portato in salvo da tutti gli sceneggiatori che negli ultimi anni hanno provato a metterci sopra le mani senza successo. Nel film interpreta inoltre la ginecologa di Bridget, con risultati spesso esilaranti.
Renée Zellweger è sempre un ottima protagonista: l'effetto del botox (Renée abbandonalo per sempre, ti prego) non si nota quanto temevo, e la sua espressività si è dunque salvata regalandoci di nuovo una bella Bridget. E una brillante commedia.