#167 - 19 settembre 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrą  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerą  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puņ durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pił importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma pił potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltą  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensģ nella capacitą  di assistere, accogliere, curare i pił deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltą  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositą , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Destini comuni

Nayan Chanda - libri Scheiwiller

Senza i crini dei cavalli mongoli gli europei non suonerebbero il violino, senza Colombo la Corea non avrebbe il kimchi, senza la tecnica cinese di lavorazione della carta, il libro che state leggendo non avrebbe questa forma.
La maggior parte di ciĆ² che mangiamo, beviamo o usiamo ĆØ stata prodotta altrove rispetto a dove la troviamo oggi.
Quasi tutto ciĆ² che associamo a una nazione ĆØ collegato a un'altra parte del mondo, per quanto alla lontana. Ma non si tratta solo di merci.
Un'infinitĆ  di altre domande indicano che ci sono in gioco processi piĆ¹ profondi, e per capirli occorre prendere coscienza del "destino comune" del mondo.
A ridurre le distanze tra i popoli concorrono oggi lo stesso desiderio di profitto che spinse i commercianti a sfidare i mari, la stessa ambizione politica di occupare territori stranieri dei guerrieri, lo stesso stimolo dei predicatori a convertire altre persone alla loro concezione del bene, lo stesso impulso a cercare nuove terre di quei primi avventurieri che si spinsero fuori dal continente africano.
Le forze che oggi collegano il mondo in maniera sempre piĆ¹ rapida e vincolante sono le stesse di allora, talvolta con nomi differenti.
Multinazionali, organizzazioni non governative, emigranti e turisti sono variazioni ed evoluzioni di un processo che dura da cinquantamila anni.

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