Una delle prime interviste televisive di Madre Teresa, concessa a Dante Fasciolo (nostro Direttore)
al tempo curatore della rubrica settimanale "L'Ottavo Giorno" - RAIUNO.
In occasione della Santificazione - Roma
Basilica di San Pietro - 4 settembre 2016
Madre Teresa
Brevi stralci dell'intervista tratti dal volume "A cuore Aperto"
di Dante Fasciolo
Puntuale e silenziosa come sempre Madre Teresa si è presentata all’incontro.
Roma festeggia con una pentecoste missionaria i 350 anni di vita dell’Università Urbaniana. (ndr 1974).
70 vescovi e più di 100 animatori missionari sono giunti da tutto il mondo in rappresentanza di oltre 120 Paesi, la maggior parte dei quali compresi nell’area del sottosviluppo. Tra loro, la fondatrice delle Missionarie della Carità .
Madre Teresa ha attraversato in preghiera il prato verde fino all’altare.
Il capo chino sulle mani giunte in segno di adorazione.
Sommessamente, poi, ha intonato i canti liturgici. Infine, l’attesa sua testimonianza è venuta a spargere fra i presenti il seme che da lunghi anni, ovunque, muta l’amore per Cristo in opere di carità per i fratelli più poveri.
"Rendici degni Signore
di servire gli uomini di tutto il mondo
che vivono e muoiono
nella povertà e nella fame.
DÃ oggi a loro,
attraverso le nostre mani,
il loro pane quotidiano;
trasforma il nostro lavoro amorevole,
in gioia e pace."
- Molti parlano dei poveri, ma a dedicarsi interamente ai poveri per tutta la vita sono poche persone…Madre Teresa, cosa sono i poveri?
"Ci sono, come ha detto Gesù, coloro che sono materialmente poveri e coloro che sono poveri di spirito.
A mio giudizio il caso peggiore è quello dei poveri di spirito. C’è gente che non è amata, non è accudita, non è desiderata, e quando Gesù disse: avevo fame e mi avete sfamato, intendeva riferirsi alla povertà , alla fame di pane e anche alla fame di amore, di accettazione, di rispetto….
Gesù si fece Egli stesso pane per soddisfare il nostro bisogno di lui, e si fede Egli stesso affamato per consentirci di soddisfare il suo bisogno di noi...
Nella nostra Congregazione facciamo un quarto voto che ci impegna a servire con tutto il cuore e completamente i più poveri tra i poveri, a servire Cristo attraverso il dolore tra i poveri.
In conseguenza di questo voto dipendiamo esclusivamente dalla provvidenza e serviamo completamente e con tutto il cuore i poveri; e i più poveri tra i poveri sono coloro che non sono desiderati, amati ed accuditi: i malati, i moribondi, i lebbrosi, i ciechi, gli storpi, gli zoppi, e tutti i bisognosi di carità ."
"Signore, possa io vedere Te,
oggi ed ogni giorno, nella persona dei tuoi malati;
e nel curarli servire Te.
Sebbene Tu ti nasconda sotto l’antipatico travestimento
dell’irascibile, nell’esigente, nell’irragionevole;
possa io tuttavia continuare
a riconoscerti e dire: Gesù, mio paziente,
quanto è dolce servirTi."
- Madre Teresa, noi sappiamo che Lei lavora molto, ha girato il mondo, ma di fronte all’immensa miseria che Lei ha visto e ha toccato e tocca ogni giorno con le mani, non prova mai un momento di sconforto, di sfiducia, qualche dubbio?
"Fino a quando c’è l’Eucaristia, la Comunione e la Santa Messa, fin quando c’è la preghiera e la fede non c’è posto per lo sconforto.
E’ per questo che nella nostra Congregazione iniziamo la giornata con la Santa Messa e la Comunione e la terminiamo con un’ora di adorazione. E’ da qui che viene la nostra forza e la nostra gioia ed è questo che ci distingue dagli assistenti sociali. Se fossimo dei semplici assistenti sociali, potremmo arrenderci, potremmo farci prendere dalla disperazione, dallo sconforto, ma noi abbiamo il conforto della preghiera e crediamo in ciò che ha detto Gesù: ciò che farete agli altri lo avrete fatto a me. ..
Una nostra sorella gioiosa diventa tra i poveri un raggio di sole, un messaggio di speranza nella vita eterna. Una sorella gioiosa è tra i più poveri dei poveri la fiamma ardente dell’amore di Dio."
Cresce la colonna musica del film, immagini segnati dal bisogno, dalla fatica, mortificati dalla fame e dalla miseria dissolvono sugli squallidi sobborghi di baracche; bambini lenciosi e sporchi, per effetto del teleobiettivo, avanzano ed entrano dentro i nostri occhi come ombre che bruciano.
Ugo, mio fratello, cui è affidato il montaggio cinematografico del servizio televisivo, ha impiegato ore su ore per scegliere e unire immagini capaci di rendere il disagio in cui si dibatte gran parte dell’umanità . E a lungo ha ricercato musiche adatte a sciogliere i sentimenti più reconditi e più duri, ingialliti tra le pieghe delle nostre coscienze avvezze da troppo benessere, da troppo egoismo a modellare la nostra fisionomia di uomini in robot senz’ anima e senza speranza.
Il desiderio di riappropriarsi del proprio volto, di mescolare il nostro coi volti di questi bambini, di queste madri, di questi uomini…ecco salire con ritmo nuovo al cuore di chi sa ascoltare la preghiera di Madre Teresa.
L' intervista è terminata. Il nostro grazie, il suo mesto sorriso per tutti noi che l’abbiamo ascoltata. Poi, avvolta nel suo semplice sari bianco bordato di azzurro, esce in punta di piedi seguita da suor Federica, fedele compagna italiana.
E’ il primo novembre. Giorno dei Santi: La Televisione Italiana offre al suo pubblico questo frammento di santità vivente. (ndr 1974).