Macro Testaccio - Roma
Come foto documento
mostra fotografico-emozionale di Alessandro Valeri
di Giuseppe Cocco
L'arte non è mai astenersi.
L'arte è uno strumento con il quale l'artista non fugge, non rifugge dalla realtà , ma si lascia interrogare, cerca di comprendere, condividere, ma anche no, ascolta e si ascolta, osserva, grida in silenzio, dà voce e visibilità a chi non ne ha.
Realizza appunti e spunti visivi che raccontano le sue emozioni, che diventano di tutti e, per ognuno, filtrate dal proprio sentire, per una presa di coscienza che ci rende consapevoli.
Questa è l'arte fotografica documentaristica-emozionale di cui si serve Alessandro Valeri che, con i suoi frammenti, crea un mosaico di pensieri visuali che, come le molliche per pollicino, ci accompagnano al centro della storia; una storia minimalista, anch'essa frammento, piccola tessera che costituisce il grande mosaico umano.
"Lasciami entrare"( Macro Testaccio di Roma fino al 24 luglio) la mostra fotografica con istallazioni, dedicata all'esperienza vissuta presso l'orfanotrofio di Zippori (Sephoris in greco antico), nei pressi di Nazareth, tenuto dalle Figlie di Sant'Anna, come scrive la curatrice Micol Veller Fornasa, che condivido e sottoscrivo, "la ribellione diventa l'azione creatrice di un cambiamento, cioé l'unica possibilità per trovare un senso in un mondo dominato dal non senso. E nel tempo in cui trionfa il superfluo, lui opta per un'arte socialmente utile che faccia dell'etica una nuova frontiera di affermazione estetica".
Le opere di Valeri sono essenzialmente appunti visivi, modi di registrare i suoi sentimenti e le sue emozioni in un luogo difficile da descrivere con le parole.
Le opere raccontano un luogo sospeso in cui 5 operose suore, insieme a 25 insegnanti e assistenti, si prendono cura di circa 70 bambini, senza alcuna distinzione di etnia o religione e senza fare alcuna opera di evangelizzazione.
www.museomacro.org