Il connubio Arte-Fede per il Giubileo ‘Misericordiae Vultus’ di Papa Francesco
Chiese storiche di Roma
7 artisti in 7 chiese
Un Manifesto sottoscritto degli artisti
E' in atto a Roma la mostra “7 Artisti in 7 Chiese per il Giubileo della Misericordia”, un progetto artistico-religioso che si articola contemporaneamente lungo un itinerario giubilare comprendente sette Chiese del Centro storico della Città e della Diocesi di Roma: la Basilica di Sant’Andrea della Valle, la Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, la Chiesa del Gesù, la Basilica dei Santi Apostoli, la Basilica di San Marco Evangelista e la Chiesa di San Giacomo in Augusta.
All’interno di ciascuna di esse è esposta un’opera di un artista contemporaneo, ciascuna benedetta dai rettori delle Chiese ospitanti.
Si tratta di una iniziativa nata dalla volontà dei Rettori delle Chiese-Basiliche di Roma, coordinati da Padre Daniele Libanori (della Chiesa del Gesù), amico e confidente di Ernesto Lamagna, uno dei “7 Artisti” in mostra assieme a Ennio Calabria, Vincenzo Gaetaniello, Giovanni Tommasi Ferroni, Riccardo Tommasi Ferroni, Giuliano Vangi e Alessandro Kokocinski.
Come emerso dal Manifesto sottoscritto dagli artisti, l’iniziativa è stata intesa come “*punto di partenza nella prospettiva e nel desiderio di riprendere un dialogo a voce alta con le Comunità Cristiane e con la più ampia Famiglia Umana chiamata a riconoscere la comune vocazione alla bellezza riconosciuta come il soffio che dà vita all’anima, come stimolo all’intelligenza, come orizzonte dei giovani artisti”, i quali si dicono “[…] profondamente colpiti dall'invito di S.S. Papa Francesco a riconoscere in Gesù Cristo il ‘volto misericordioso di Dio Padre’”.
In questo senso, gli artisti ne hanno “colto la portata universale” e hanno “avvertito la necessità di produrne un’immagine”.
E. Lamagna - Ecce Mater Dulcissima - Kenosis o Cristo - Chiesa del Gesù
La mia opera - scrive Lamagna - è un Cristo privato della Croce dalla burocrazia di piccoli uomini, un Cristo privato delle braccia, quasi a volergli impedire di abbracciare, di accogliere noi miseri, e di comprendere le nostre miserie umane, un Cristo che proprio nel suo annullarsi, però, diviene una dirompente esplosione di vita.
A Lamagna fa eco Ennio Calabria. Oggi quella morte vitale di Cristo si pone come antidoto alla vita morta e al rischio di robotizzazione dei processi mentali che esiliano le dimensioni introspettive della personalità umana. Quella morte di Cristo così necessaria alla vita, risponde oggi all'arsura di scopo, spesso soddisfatta da angosciosi sogni di morte.
E. Calabria - L'Uomo e la Croce - Basilica di Sant'Andrea della Valle
G. Tommasi Ferroni - Cristo Crocifisso - Basilica dei Santi XII Apostoli
Osservando l'immagine di Giovanni Tommasi Ferroni ben si comprende il perchè il corpo di Cristo non presenti ferite e sangue, infatti così affermal'autore: ...le ferite sono testimonianza di una sofferenza ormai passata, il corpo di Cristo è solo in un passaggio che affaccia sul mare come punto di partenza della parola liberatrice. Ho preferito rappresentare più la pace dopo la sofferenza che non la sofferenza stessa, dando il senso dell'abbraccio, come lo percepivo io quando ammiravo e disegnavo copiandole le sculture del seicentesco Pietro Tacca e quella del cristo deposto di mio nonno Leone.
Giovanni Tommasi Ferroni non fa riferimento all'opera di suo padre Riccardo, venuto meno da qualche anno, poichè del grande artista è presente alla Mostra una deposizione degli anni '60 dalla quale emerge evidente il corpo svuotato di chi ha dato tutto se stesso...e la pace che prelude alla grandiosa rinascita dell'uomo.
A. Kokocinski . Sulla Terra, Sopra il Cielo - Basilica di S. Maria sopra Minerva
R. Tommasi Ferroni - Deposizione - Basilica di S. Marco Evangelista
E Alessandro Kokocinski è qui a ricordarci parole di Borges: "...forse un tratto del volto crocefisso si cela in ogni specchio; forse il volto morì, si cancellò, affinchè Dio sia tutti" per introdurre e sottolineare il senso della sua opera: "Ho rappresentato un giovane cristo che ha già superato la croce e ha lasciato sulla terra i segni della tormentata passione: E' ancora uomo, sospeso, e librandosi nello spazio trasfigura nella serena vittoria sulla morte, serenità nell'assoluto e verso una luminosa alba stellare a cui tutta l'Umanità anela:"
Ancora due artisti ci parlano di Cristo attraverso le loro opere. Sul lavoro di Giuliano Vangi esposto in questa mostra così si esprime Antonio Paolucci: "La fedeltà all'immagine dell'uomo, la consapevolezza della sua solitudine...sono queste le stelle polari che hanno guidato il percorso di Vangi e che allo stesso tempo, hanno fatto crescere dentro di lui gli interrogativi che porteranno al Cristo."
Infine, riferendosi alla Deposizione in bronzo realizzata da Vincenzo Gaetaniello - ove sono narrati alcuni dei passaggi drammatici dell'umanità degli ultimi decenni - Alessandro Gelli, ne coglie, sottolineandola, l'essenza: "Quel corpo martoriato accoglie in sé tutto l'umano dolore: Mani pietose lo depongono nel buio del sepolcro: Ma la luce del Risorto non tarderà, recante l'invito misericordioso ad una vita nuova:"
G. Vangi - Crocifisso - Chiesa San Giacomo in Augusta
V. Gaetaniello - Chiesa Sant'Andrea al Quirinale
L’evento, sostenuto da Il Cigno GG Edizioni di Roma in collaborazione con Hexagon art solutions e con il contributo di Coefin Srl, è a cura di Paola Di Giammaria, responsabile della Fototeca dei Musei Vaticani. Durante la conferenza stampa, all’interno della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, è stato presentato anche l'agile catalogo che accompagna la mostra realizzato da Il Cigno GG Edizioni di Roma; presenti la curatrice della mostra, tutti gli artisti partecipanti, i rettori delle Chiese ospitanti e Lorenzo Zichichi della Casa Editrice.