#149 - 22 febbraio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Biblioteca Nazionale - Roma

Il fotografo in borgata

Contesto urbano e sociale nella Roma dei mitici anni 60

Scatti dall'archivio di Rodrigo Pais accanto
alla permanente dedicata a Pier Paolo Pasolini

Aperta fino al 30 aprile, arricchisce l'esposizione permanente, dedicata a Pier Paolo Pasolini, una mostra fotografica sulle borgate romane, con immagini del fotografo Rodrigo Pais, organizzata presso la Biblioteca Nazionale di Roma, in collaborazione con il professore Guido Gambetta dell'Università di Bologna.

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Fotoreporter di vari e importanti quotidiani, Pais nasce nel 1930, dal 1954 inizia la collaborazione con l'Unità e Paese Sera. Collabora anche con altri quotidiani come il Corriere della Sera e il Corriere d'informazione.
Rodrigo Pais non fu solo un fotoreporter, ma un attento e spesso ironico osservatore della realtà che ritrasse con scatti di alta qualità. Fondò l'agenzia Pais e Sartarelli che fino al 1972, anno dello scioglimento, sarà una delle più note e apprezzate sia in Italia, che all'estero.
Il suo archivio, che copre gli anni 1955/1998, è stato dichiarato di notevole interesse storico dal MiBACT.
È composto da 363.868 negativi in b/n, da 5.892 diapositive e negativi a colori, oltre a 8.597 stampe fotografiche in b/n ed è corredato da 16 registri numerati con annotazioni cronologiche di produzione e da uno schedario organizzato per soggetti.

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Nel 2012, come previsto da un'apposita convenzione con l'Istituto dei Beni artistici Culturali e naturali dell'Emilia-Romagna, è iniziato il lavoro di catalogazione dell'Archivio all'interno del Servizio Bibliotecario Nazionale, nell'ambito del Polo bolognese: le schede catalografiche verranno accorpate al posseduto della Biblioteca universitaria R. Ruffilli di Forlì, sede distaccata dell'Università di Bologna.

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Il fondo conserva inoltre una quantità d'immagini che possono essere suddivise in macroaree tematiche: politica italiana, costume, sport, la dolce vita, gli scrittori e i premi letterari.
Particolarmente significative le fotografie scattate su più di 100 set cinematografici a Cinecittà o intorno a Roma di film, fra gli altri, di Federico Fellini, Vittorio De Sica, Jean-Luc Godard, Dino Risi, Pier Paolo Pasolini, Luigi Comencini. Ma non manca la cronaca nera nella quale trovano grande spazio quelli che sono definiti "I Grandi processi".

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Attraverso 60 immagini, selezionate tra le migliaia di Pais, la mostra fotografica, Il fotografo in borgata- Scatti dall'archivio di Rodrigo Pais, illustra le condizioni di vita nelle borgate e dei baraccati di una Roma in espansione edilizia e sempre più cementificata.
Proprio le borgate dei ragazzi di vita di Pasolini che suscitarono l'interesse degli intellettuali e degli scrittori dell'epoca verso quel mondo. Quando a dominare l'immaginario collettivo, erano le immagini di un'Italia che sembrava immobile, inalterata da secoli: volti di donne, contesti degradati, abiti, mestieri, abitazioni di periferie suburbane, agitazioni sociali.
Scene, quadri di una vita quotidiana assolutamente normale, ma anche estranea a un certo contesto urbano e sociale che, intanto andava avanti e cambiava per sempre e in profondità la vita del lavoratore e del cittadino italiano.

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