Nel film, le emozioni dei personaggi
traspaiono attraverso piccoli gesti
Si alza il vento
di Federica Fasciolo
Jiro sogna di fare il pilota fin da bambino ma la sua miopia glielo impedisce. Decide allora, ispirato da una rivista dove legge del famoso progettista italiano Caproni, di dedicarsi alla progettazione di aeroplani. Una volta cresciuto, Jiro parte per Tokio per studiare ingegneria e a bordo del treno incontra una ragazza, Nahoko, ma durante il viaggio un terribile terremoto crea distruzione e impedisce al treno di proseguire. La domestica di Nahoko si rompe una gamba e Jiro aiuta le due a tornare a casa, andando poi via senza nemmeno rivelare il proprio nome.
Arrivano gli anni che precedono la seconda guerra mondiale e Jiro viene assunto da Mitsubishi: seguiranno, almeno all’inizio, numerosi fallimenti dovuti a una tecnologia ancora troppo indietro rispetto agli standard necessari. Jiro, deluso ma incapace di arrendersi, incontrerà ancora Nahoko e tra i due ci sarà nuovamente subito intesa…
La dimensione del fantastico solita nelle opere di Miyazaki è qui meno presente, anche se grazie ai sogni di Jiro non scompare del tutto (per quanto abbia comunque uno scopo totalmente diverso).
In quei sogni compare sempre Caproni, che assume quasi il ruolo di sua guida e che lo esorta a proseguire nella vita senza lasciarsi abbattere. Le emozioni dei personaggi traspaiono attraverso piccoli gesti, e questa “misura†è capace di rendere ancora più credibili e coinvolgenti le varie situazioni.
Il personaggio di Jiro è appassionato: quando crea è perso nel suo mondo, ci mette sempre un attimo in più per capire che qualcuno gli sta rivolgendo la parola. Nonostante i suoi aerei siano destinati a partire per portare terrore e morte, il suo è un mondo di creatività e ricerca della perfezione. Dietro le “necessità †degli stati che finanziano, c’è un mondo di sogni di bambini diventati adulti, il cui vero desiderio è creare.
Miyazaki, del resto, ha capito di voler parlare della storia di Horikoshi dopo aver letto una sua frase: “Tutto ciò che volevo fare era creare qualcosa di belloâ€.
Una giustificazione di fronte agli orrori della guerra o verità ?
Almeno nel film, una verità . Nonostante si racconti anche della distruzione dei conflitti, infatti, ciò che Miyazaki trasmette con “Si alza il vento†è un forte senso di vita. Una vita che continua nonostante tutto, un vento che si alza che rappresenta le occasioni da cogliere.
Non ci si ferma mai. Non ci si deve, fermare mai.
E Per quanto anche Jiro sogni anche aerei che si distruggono, a prevalere sono le immagini di passeggeri felici che salutano dagli oblò, lui che si abbottona la giacca e si inchina di fronte a loro, nonostante sia, appunto, ancora un sogno.