Antologica del Maestro napoletano
Galleria storica La Pigna - Roma
Pippo Borrello
Nota critica di Silvana Pirrello
L'Antologica di Pippo Borrello sarà visitabile presso la Galleria La Pigna fino al 26 gennaio. All'inaugurazione ha paretecipato un folto gruppo di pubblico che ha potuto ammirare la variegata gamma delle opere dell'artista, introdotte dalla critica d'arte Silvana Pirrello, e sottolineate dalla giornalista dell'Arena di Verona Vera Meneguzzo e dall'attrice Marina Donadi che ha dato lettura ad una nota di Paolo Portoghesi.
Ora, per guidarci tra le immagini scelte dal nostro giornale, ci sembra utile ed interessante fare riferimento alla nota critica che Silvana Pirrello ha avuto occasione di dedicare al maestro Borrello.
"*Conoscevo già la pittura di Borrello prima ancora di visitare lo studio dell’artista, situato nel centro della vecchia Verona.
Avevo presenti le sue opere ma non le avevo abbinate ad un nome. Ma dove le avevo viste? Forse in un museo o in qualche mostra all’estero, o più semplicemente a Roma o a Milano, o in televisione, o forse erano già nella mia mente.
Entrando nel suo studio, tra orchidee e vecchie pietre, la percezione è sollecitata al massimo, e ciò vale anche per il visitatore piu distratto, che viene colpito da un’esplosione di colori, di luce e movimento; una linea continua ed incessante che, come una musica, si torce, gira e crea deliranti festosi caroselli.
È I’apoteosi della vita. Infatti la linea è il mezzo espressivo che caratterizza la pittura di Borrello, unica nel suo genere e nel contenuto e nella tecnica, è infatti la linea che costruisce l’immagine: cavalli, figure femminili, uccelli, danzatrici. Nelle sue opere c’è la nostalgia del mare, del sole, delle onde e le immagini diventano musica e folklore, perchè la raffinata cultura del Sud si manifesta con tutta la sua forza in tutte le sue opere.
È facile rendersi conto che le caratteristiche della pittura di Borrello corrispondono alla personalità dell’artista, che sprigiona una carica energetica “fluida” e senza ostacoli. La carica energetica infatti è la quantità d’energia legata ad ogni rappresentazione oggettuale e struttura mentale. Si nota un affioramento di materiale molto profondo, notevolmente investito di affetti, ed un’elaborazione senza resistenze del materiale affiorato. Guardando le opere di Borrello mi viene spontaneo di pensare da dove mai I’artista abbia iniziato sulla bianca tela la danza del suo pennello: una pennellata rapida, veloce e senza ripensamenti.
Forse dal centro, con moto centrifugo, o forse dal basso, con un andamento ascensionale crescente. Il pennello è la prosecuzione della sua mano esecutrice d’un sentire senza nevrosi: un rapporto semplice che dona felicità a chi esegue e a chi poi osserva. Le donne adagiate sul mare che diventano onde, nuvole vaganti, vele al vento, promesse di libertà, danzatrici e danzatori che sembrano dire che la felicità è vicina, che non è poi così irraggiungibile, che è così semplice e che basta crederci anche un poco, anche per un solo momento, almeno finchè dura l’immagine dell’opera nella nostra pupilla.*