#144 - 11 gennaio 2016
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Racconto

Crema e cioccolata

di Ruggero Scarponi

Rossella lasciò le amiche sulla spiaggia e si diresse al carrettino dei gelati che sostava sull’altro lato della strada litoranea.
Era una bella ragazza, scura di carnagione, un po’ pingue forse, ma ben fatta e consapevole dell’effetto che produceva sui maschi. Per questo camminava sempre a testa alta con la schiena dritta in modo da far risaltare la figura e il portamento sensuali.
Si mosse lentamente con passo studiato. Indossava un costume nero, intero, con sopra un foulard trasparente.
Attese che finisse la corrente di traffico prima di attraversare la strada per raggiungere il carrettino. Voleva comprare un gelato. Giù alla spiaggia sotto il sole della tarda mattinata d’agosto aveva avuto il desiderio di gustare un cono.
Le sue amiche la richiamarono.
Non se ne curò.
Rossella! Rossella – gridavano – dove te ne vai? Vieni, facciamo il bagno tutte insieme!

Neanche si voltò Rossella. Giunse al carrettino. Sospirò sotto l’ombra di un grande ombrellone che lo riparava dai raggi infuocati. Faceva un caldo soffocante e la luce solare riflessa dal mare, dalla sabbia e dal cemento dei condomîni accecava e rendeva le immagini quasi liquide.
Rossella si passò una mano sulla fronte sudata.
Che gusti hai?– domandò al ragazzo.

  • Crema e cioccolata – rispose Fabrizio.
  • Solo due gusti?
  • Se li vuole… – replicò quello.
  • Va bene. Fammi un cono da due euro. –

Il ragazzo prese una cialda e cominciò a riempirla mentre la ragazza si guardava intorno.

  • Ecco, signorina – disse Fabrizio porgendole il cono.
    Rossella lo prese e volutamente urtò con la sua mano delicata, quella forte di Fabrizio.
    Lui la ritrasse indietro svelto, ma non disse nulla. Lei lo guardava con sguardo franco, un po’ di traverso con la testa leggermente piegata da un lato.
  • Te, non ti mangio mica.- disse con un tono di voce basso e sensuale - Questo, invece, - indicando con il mento il gelato - lo mangio insieme alle mie amiche – aggiunse sfrontata, passandosi la lingua sulle labbra, mentre metteva i due euro sul coperchio della gelatiera.
    Fabrizio alzò le spalle con indifferenza.
    Rossella con il gelato in mano prese dal carrettino un foglio di carta per evitare di sporcarsi se avesse cominciato a colare. Poi senza preamboli chiese:
    E non potevi trovarti un altro lavoro?
    Provava un non so che per quel giovane, l’aveva notato fin dalla mattina e aveva voglia di attaccare con lui, anche se era soltanto un ragazzino. Avrà avuto si e no sedici anni, lei invece ne aveva quasi trenta.
    Un altro lavoro, perché? - rispose Fabrizio con aria sorpresa – vendere gelati non è lavoro, secondo lei?
    Non volevo dire questo – rispose Rossella accennando un sorriso e socchiudendo gli occhi. – Però- aggiunse - mi sembra che un bel giovane come te potrebbe aspirare a qualcosa di più…Non ti pare?
    Fabrizio restò silenzioso, meditabondo. Aveva abbassato lo sguardo e fissava il terreno mentre la ragazza gli si era fatta vicino e gli aveva messo una mano sulla spalla.
    .- Non ti sarai mica offeso, vero? -
  • Io? No, perché?
  • Ti ha dato fastidio che ti ho messo la mano sulla spalla?- Chiese Rossella, con un tono malizioso.
  • T’imbarazza farti vedere abbracciato a una ragazza?
    Fabrizio fece capire che se ne infischiava.
    Rossella allora, provocante e spavalda, fece scivolare la mano sul torace del ragazzo, rivestito di una canottiera attillata, mostrando di apprezzarne la muscolatura.
  • Sei proprio un bel ragazzo - disse piano – ce l’hai l’innamorata?

Giocava sempre Rossella, si divertiva a provocare gli uomini, pronta a ritrarsi al primo segnale di pericolo. Stavolta però il ragazzo le piaceva sul serio e forse non stava giocando.

  • Rossella! – la chiamarono le sue amiche.
    Lei si girò infastidita, fece spallucce e continuò a chiacchierare.
  • No - rispose secco Fabrizio – la ragazza non ce l’ho.
  • Vuoi dire che qui in paese non ce n’è nemmeno una che ti piace?
    Fabrizio sbuffò infastidito, alzò la testa e fissò Rossella negli occhi.
  • Avevo una ragazza, - disse a denti stretti - era la bionda più bella della spiaggia, ma è morta in un incidente stradale, l’estate scorsa, proprio qui davanti, mentre attraversava la strada per andare al mare.

Aveva un’espressione strana, Fabrizio, mentre parlava e il sudore gli scendeva a gocce grandi dalla fronte, sembrava fuori di se. Rossella capì di aver toccato un tasto delicato risvegliando un dolore non ancora sopito. Si sentì sciocca nel suo tentativo di seduzione.
Indietreggiò confusa uscendo dall’ombra del parasole aperto sopra al carrettino dei gelati. La luce era accecante. Non si vedeva più nulla, l’immagine di Fabrizio si confondeva sullo sfondo grigio e infuocato dei condomîni liquefatti. Dietro di lei, di là dalla carreggiata, si stendeva liscia come una lama, la superficie plumbea del mare.

  • Scusami – balbettò - ti chiedo scusa, non volevo…non potevo sapere...
    Fabrizio non rispose continuando a fissarla con durezza. Rossella provò forte il desiderio di fuggire.
    Corse ad attraversare la litoranea ma si voltò ancora una volta a guardare Fabrizio che era rimasto immobile.
    Si mosse rapida, superò la metà della carreggiata quasi volando, voleva raggiungere al più presto le amiche che stavano facendo il bagno, tra le onde tenui del mare quasi piatto.

Non si avvide del pericolo. Fu investita da un’automobile e sbalzata fin sulla spiaggia in mezzo alla sabbia rovente. Fabrizio accorse per primo, ma subito si rese conto che Rossella, il corpo riverso, gli occhi chiusi come stesse dormendo, era già morta, sul colpo. Un’emorragia interna, forse. Stava sdraiata in una posizione di abbandono con i capelli neri sparsi intorno alla testa reclinata da un lato. Aveva il bel viso abbronzato ancora tutto sudato.

  • Com’è bella – pensò Fabrizio mentre la guardava attonito.
    Poco più avanti il conducente dell’auto investitrice, in stato di choc, piangeva come un bambino, chiuso nella sua auto, con il volto chino sul volante.
    -Che cosa è successo? –Chiese qualcuno
  • Chi era ? –
  • Una ragazza, rispose Fabrizio, le avevo venduto un gelato poco fa, ma andava di fretta e si è messa a correre per raggiungere le amiche sulla spiaggia. Non si è accorta dell’auto, non si è accorta di nulla. Subito arrivarono tante persone. Le amiche disperate di Rossella, la polizia, l’autoambulanza. Fabrizio guadagnò il ciglio della strada litoranea. L’aria calda fluttuava sull’asfalto. In lontananza gli sembrò di vedere spiaccicato a terra il cono di Rossella. Due gusti, crema e cioccolato, oramai, completamente dissolti sotto la canicola.
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