#136 - 5 ottobre 2015
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Cinema

Museo del Cinema - Torino

da Amarcord a Moro all'Iran

Il cinema racconta e documenta

Dopo il successo ottenuto durante l’anteprima alla 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il bellissimo Amarcord di Federico Fellini, restaurato dalla Cineteca di Bologna, viene presentato alla sala Massimo di Torino il 5,6,12 ottobre. Al termine del film sarà proiettato Amarcord Fellini, montaggio di 8 minuti realizzato da Giuseppe Tornatore a partire da provini, tagli e doppi sul set del film.

da Amarcord a Moro all'Iranda Amarcord a Moro all'Iran

A quarant’anni dall’Oscar, rinasce il capolavoro di Fellini, nella bellezza originaria delle scene e dei costumi di Danilo Donati, con la luce e i colori di Giuseppe Rotunno, numi tutelari di un’epoca d’oro del cinema italiano che assieme a quelli degli inseparabili Tonino Guerra e Nino Rota hanno fatto di Amarcord un film capace di conquistare un posto del tutto speciale nell’immaginario di intere generazioni, in ogni parte del mondo.

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Amarcord in dialetto romagnolo (il dialetto di Fellini) vuol dire "mi ricordo", e il regista ricorda gli anni della sua infanzia, gli anni Trenta, al suo paese. Passano dunque i miti, i valori, il quotidiano di quel tempo: le parate fasciste, la scuola (con l'insegnante prosperosa che stuzzica i primi pensieri), la ragazza "che va con tutti", la prostituta sentimentale, la visita dell'emiro dalle cento mogli, lo zio perdigiorno che si fa mantenere, la Mille Miglia, i sogni ad occhi aperti, il papà antifascista che si fa riempire d'olio di ricino, il paese intero che in mare, sotto la luna, attende il passaggio del transatlantico Rex.

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Altre interessanti proiezioni sono previste fino al 28 ottobre:
Per la rassegna Pallide Madri, presso La Bibliomediateca "Mario Gromo" del Museo Nazionale del Cinema, in collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi, si proietta Il caso Moro di Giuseppe Ferrara.
La storia del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro è riproposta con tutti i suoi interrogativi ancora insoluti. In realtà sembra che da quei terribili avvenimenti sia passato molto più tempo, come se si fossero consumati in un'altra epoca. La vicenda di dipana tra mille contraddizioni: le Brigate Rosse vogliono fare la rivoluzione ma, senza volerlo, divengono strumento di reazioni occulte; Moro muore vittima di quei violenti conflitti sociali che sperava di risolvere prospettando strategie con i comunisti. Da vivo e prigioniero viene considerato, per le sue lettere, un traditore, un pazzo e un plagiato; da morto viene celebrato come un eroe e un martire. La verità è che la sua morte pesa ancora sulla società italiana, tutta, senza distinzioni politiche.

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In calendario anche film sull'Iran: Tales dell’iraniana Rakhshan Bani e The Postman's White Nights di Andrej Koncalovskij. Interessante appuntamento che si propone di portare in sala film recentissimi, che hanno ricevuto grandi consensi nei festival internazionali, ma che non hanno trovato distribuzione in Italia. Si tratta di Rakhshan Bani-E'temad e del suo Tales, che mette insieme cortometraggi realizzati quasi clandestinamente durante il regime di Ahmadinejad, e di The Postman's White Nights di Andrej Koncalovskij, storia vera girata con attori non professionisti di un villaggio sperduto della Russia. Per la proiezione del suo film, Andrej Koncalovskij introdurrà il suo film al pubblico in sala e dopo la proiezione sarà protagonista in un incontro/dibattito.

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Tales - Viaggio a incastro per le strade di Tehran dove si alternano storie di povertà, disagio, problemi spesso irrisolvibili. Un film a episodi in cui si racconta di pensionati disperati ma indomiti, operai disoccupati, burocrati inetti, ragazze tossicodipendenti, donne picchiate, giovani cacciati dall'università per aver manifestato, tassisti occasionali e anche un cineasta che cerca di riprendere il mondo attorno a sé.

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The Postman's - In un villaggio russo isolato dal resto del mondo, al di là di un lago, l'unico contatto che gli abitanti hanno con il mondo esterno è rappresentato da un postino che fa la spola. Nel villaggio la vita segue regole antiche, niente governo, servizi sociali o lavori. La sceneggiatura è basata su storie vere e le persone del villaggio recitano la loro parte nel film.

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