#134 - 21 settembre 2015
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Il primo rally Algeri-Città del Capo:
una transahariana fra Nuvolari ed Hemingway

Africa a cronometro

Egisto Corradi - Corbaccio Editore

«Guardo le ruote e penso ai milioni e milioni di giri fatti, e ripenso all’Africa, a sedicimila chilometri di piste e strade d’Africa. Cinquanta giorni d’Africa, cronometro alla mano notte e giorno tutta l’Africa da nord a sud, Africa a cronometro.» Così Egisto Corradi conclude il reportage del primo Rally Mediterraneo Algeri - Città del Capo, a cui partecipò nella duplice veste di giornalista e corridore. Un reportage, un libro di viaggio appassionante che prende spunto da una corsa automobilistica senza precedenti: fra il 26 dicembre 1950 e il 23 febbraio 1951 trentacinque equipaggi di sette paesi percorsero più di quindicimila chilometri di strade e piste attraversando l’Africa da Nord a Sud. Un’impresa impossibile, oggi, in un continente devastato da conflitti e guerre civili. Lo spirito di questa competizione, a cinque anni dalla fine della seconda guerra mondiale, non è unicamente né principalmente sportivo: si tratta in qualche modo di prendere le misure di un’Africa sulla via della decolonizzazione da parte dei paesi della «Vecchia Europa» alla soglia del boom economico. Incidentalmente, gli equipaggi italiani ottengono anche piazzamenti eccellenti. E l’autocarro della Lancia, Croce del Sud, su cui viaggia Corradi, arriva secondo nella sua categoria. È un successo dell’industria automobilistica italiana, che il giornalista del «Corriere della Sera» non manca di sottolineare, anche se il suo entusiasmo, la sua curiosità, il suo interesse sono rivolti ai paesaggi e alle genti di un’Africa tutto sommato ancora vergine e misteriosa che, a quasi settant’anni di distanza, ci appare immensamente lontana.

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