#134 - 21 settembre 2015
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerŕ  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Elucubrazione europea

Diritti

di Giuseppe Sanchioni

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Quando la realtà supera la fantasia. Ricordate il film in cui Totò, con la complicità di Nino Taranto, vendeva la fontana di Trevi al “paisà” il quale poi si sentiva in diritto di riprendere il ragazzo che recuperava le monete nell’acqua perché quei soldi erano suoi in quanto proprietario del monumento? Erano gli anni ’60 del secolo scorso eppure nel secolo attuale sta succedendo qualcosa di simile.

Il Parlamento Europeo, sì proprio l’organismo formato dalle persone che dovrebbero risolvere l’emergenza migranti, si occupa anche della “libertà di panorama” cioè della possibilità da parte dell’autore o del proprietario di una costruzione, come un ponte, un grattacielo, un monumento o una statua, di richiedere i diritti di riproduzione al malcapitato turista che la vuole fotografare o, peggio, filmare. Facendo leva sul fatto che ogni turista è obbligato a fotografare perché quella è la dimostrazione che è stato effettivamente lì, è il suo alibi per quando ritorna in ufficio.

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Poi ci sarebbe da stabilire se si pagano i diritti solo di quello che compare sullo sfondo ed effettivamente è panorama oppure anche per le cose che stanno in primo piano, che teoricamente non sono panorama.
E se i turisti si facessero firmare una liberatoria dal monumento?
Argomenti per schiere di avvocati.
I nostri sarebbero subito tentati di istituire un’apposita Authority dei panorami, con annesse poltrone e gettoni presenza, che abbia lo scopo di stabilire le tariffe adeguate. Per la felicità dei nostri sindaci, che sempre alle prese con qualche forma di deficit e sempre alla ricerca di qualcosa da tassare, reclamerebbero giustamente la loro parte di diritti.

A questo punto mi piacerebbe invece che le associazioni dei consumatori facessero lobbying per ottenere al contrario che gli autori o i proprietari delle costruzioni paghino i diritti ai turisti per le foto scattate che portate in giro per il mondo fanno loro pubblicitĂ . Non sempre meritata.
Per ora rimaniamo in tranquilla attesa dell’apposita Direttiva che normalizzi il tutto rendendolo opportunamente burocratizzato. Poi si vedrà…

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