A 100 anni dal tragico evento
Gipsoteca di Possagno - Treviso
l'arte violata nella grande guerra
Una mostra aperta fino al 28 febbraio 2016
per ricordare un grande artista e le sue opere
una denuncia non solamente dell’orrore della Grande Guerra ma delle guerre.
Nel novembre del 1917 un proiettile sfonda parzialmente il tetto della Gipsoteca di Possagno.
La granata colpisce l’ala Lazzari, la lunga galleria dove sono allineate le opere di maggiori dimensioni di Antonio Canova, abbatte parte del solaio e si frammenta in migliaia di schegge mutilando e frantumando i gessi.
Questa “arte ferita”, in parte esibita e in parte raccolta nei depositi della Gipsoteca, unitamente alla documentazione fotografica realizzata nei giorni successivi all’evento bellico dai conservatori della Gipsoteca di quel periodo: Stefano e Siro Serafin, i cui negativi in vetro sono conservati presso il FAST – il Foto Archivio Storico Trevigiano della Provincia di Treviso, si è rivelata nel tempo una testimonianza di straordinaria intensità ed efficacia, tanto da conferire alla «bellezza violata» di queste opere e alle immagini del martirio subito il valore di denuncia non solamente dell’orrore della Grande Guerra ma delle guerre.
A quasi un secolo da questo tragico evento il FAST si è fatto promotore e coordinatore del progetto Antonio Canova: l' arte violata nella grande guerra, in collaborazione con la Regione del Veneto, la Fondazione Canova, la Fondazione Mostra Internazionale dell'illustrazione per l'infanzia Stepan Zavrel di Sarmede, il Comune di Sarmede, il Consorzio di Promozione Turistica MarcaTreviso, e altri enti ed associazioni del territorio veneto.
Questa mostra, allestita nella Gipsoteca di Possagno, vuole valorizzare i beni fotografici del FAST e le opere del grande Antonio Canova “ferite” durante il bombardamento e attualmente in possesso della Fondazione Canova. L’allestimento proporrà i frammenti più significativi delle sculture danneggiate che verranno ambientati in accordo con le immagini fotografiche.
Il progetto prevede anche l’esecuzione e la presentazione al pubblico di una ricostruzione parziale effettuata con tecnologie digitali di stampa 3d della famosa Ebe, la coppiera degli dei, uno tra i soggetti più cari al grande scultore. Nella letteratura classica la Ebe è il simbolo della giovinezza, il suo busto squarciato ed il suo volto scarnificato a causa del bombardamento, sono la rappresentazione di ciò che è accaduto alla “meglio gioventù” europea mandata a morire in quel terribile conflitto per puri egoismi nazionalistici ed economici. La rinascita 100 anni dopo, delle parti mancanti dell'opera attraverso le nuove tecnologie che saranno esposte a ciò che resta del corpo straziato appare una giusta mediazione tra il messaggio etico della memoria ed il valore estetico ristabilito dell'opera d'arte.
L'allestimento di questa mostra è completato da una rilettura fotografica dei gessi mutilati di Canova in chiave contemporanea da parte di due fotografi: Guido Guidi e Gian Luca Eulisse. Essi ci propongono una serie di immagini che, come afferma Alberto Prandi, “tornano a far parlare i corpi che pur se corpi rappresentati, così offesi e menomati, ancora oggi non sanno tacere, testimoni senza tempo della più tragica e ingiustificabile dell'esperienze umane, la guerra. Nelle nuove immagini fotografiche sia che i gessi canoviani siano racchiusi nell'immobile universo miniaturizzato di Guido Guidi, sia che lievitino immateriali nelle impalpabili atmosfere luminose di Gian Luca Eulisse, rimangono icona insuperata della tragica violazione dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sull'arte”.