Una serie sfortunata tra gli anni di piombo e la crisi economica
Bella e Bronco
di Giada Gentili
... è il titolo di una serie creata da Gino D'Antonio nel 1984 per la casa editrice Daim Press (oggi Sergio Bonelli Editore).
Primo esperimento della Bonelli di proporre come co-protagonista di un proprio albo una figura femminile: Bella, tra l’altro donna emancipata e disinvolta, in compagnia di un nativo di nome Bronco che si presenta, contrariamente agli stereotipi tipici degli appartenenti alla sua etnia, come persona molto erudita.
Le avventure della coppia sono ambientate nel periodo caratterizzato dalla guerra di secessione, ma riprendono tutti i temi tipici del genere western, con un corollario di personaggi minori che saltuariamente interagiscono con il duo.
Nonostante il carattere innovativo della pubblicazione, o forse a causa proprio di quest’ultimo la serie non ottiene il favore del pubblico, tanto è vero che venne interrotta dopo l’uscita di soli 16 albi. Dal 4 dicembre 2006 la serie venne ristampata nei numeri dal 39 al 43 dalla If Edizioni sotto la dicitura Storia del West presenta Bella & Bronco. Nel primo albo son presenti quattro episodi, mentre nei restanti vi sono tre episodi e viene rispettato l'ordine cronologico della pubblicazione originale.
Dopo che una cannonata le ha raso al suolo il saloon, l'avvenente Bella inizia una serie di peregrinazioni insieme al colto indiano Bronco alla ricerca del colpo di fortuna che permetta loro di sistemarsi definitivamente. In un Far West dilaniato dalla Guerra di Secessione, in mezzo a spie, ufficiali paranoici, indiani megalomani, inventori strambi, marinai e cinesi da operetta, il simpatico e irresistibile duo picchia, spara e corre guidato dall'abile, divertita regia di Gino D'Antonio, autore dei testi e di parte dei disegni di questa serie dai toni brillanti, che riutilizza lo schema dell'eroe e la bellona già sperimentato dallo stesso D'Antonio (con i disegni di Ferdinando Tacconi) in un paio di volumi della collana Un Uomo, un'Avventura, arricchendolo di una straordinaria girandola di citazioni di ogni genere, che vanno da Flash Gordon a I predatori dell'arca perduta. Cosa che è mancata a questa divertente serie è stato il successo. Dopo sedici numeri, i nostri due irriducibili eroi si sono dovuti arrendere davanti a un imbattibile nemico: il pubblico, probabilmente spiazzato dal tono ironico e "eggero delle storie.
E' proprio questo insuccesso che mi ha indotto a dare un'occhiata a questi fumetti.
Gli insuccessi e le cause perse mi hanno sempre attirata. Ricordo, ad esempio, che un critico cinematografico scrisse qualcosa del genere recensendo il mitico Via col Vento (romanzo e film), cui d'altra parte questi fumetti si ispirano un pò, se non altro per la Guerra di Secessione.
C'è qualcosa (un fascino ?) nel perdere che attanaglia e istiga simpatia. In Bella e Bronco c'è tutto: l'idea, i personaggi, le storie, l'inventiva. Ma non è andata bene. Motivo? Beh, io non c'ero in quei tempi. Erano gli anni ottanta del secolo scorso: alle spalle, gli anni di piombo, davanti, la crisi economica. E' stato un periodo di tregua (per dirla alla Primo Levi). E non è vero che i decenni di pace sono delle tregue tra guerre? Forse la leggerezza di cui si diceva prima? Beh, oggi si chiede solo quella: in tempi bui, l'ironia è un buon palliativo. Gli anni ottanta si stavano avviando verso le tenebre di oggi. Forse c'era ancora luce, allora....