Vita apis
di Roberto Bonsi
Esiste un minuscolo ma nel contempo anche un grande mondo, che come tutte le altre innumerevoli forme vitali, appartiene al Creato.
In questo nostro “incipit” usiamo un ossimoro per scrivervi seduta stante dell’universo delle api, le quali sono solo una delle migliaia e migliaia di famiglie di insettivori che popolano ovunque il nostro pianeta.
Le api sono dunque degli insetti sociali della purtroppo sempre più esigua famiglia delle apidae, che sono di fatto l’unico genere della tribù Apini, e sono solo due delle specie, comprese nel genere qui menzionato, che possono essere gestite dall’uomo,e queste sono: l’Apis mellifera e l'Apis cerana.

Si evita del tutto la loro lunga e per quanto utile classificazione scientifica, e tutto lo scibile su di esse, in quanto, l’eventuale classificazione ben poco produce al riguardo di questo articolo, che non si pone di fare una sorta di analisi compiuta o delle metanalisi in questo particolare ambito, ma in breve determina un minimo di conoscenza del variegato e complesso mondo delle api, che per certi versi sono amiche dell’uomo, in quanto tra gli uomini e questa tipologia di insetti vi è una specie di connubio vitale ed anche di trasformazione non da poco.
Andiamo ora a configurare un nostro primo approccio con le api. Questi insetti si distinguono bene in quanto hanno in sé un colore striato giallo dorato con delle bande nere sull'addome, dovute ai pigmenti nella loro cuticola. Nella realtà le api percepiscono i colori diversamente da come noi li percepiamo, sono sensibili ai raggi ultravioletti e non vedono bene il rosso. In sostanza questi insetti non vedono quest’ultimo colore, perchè a loro appare come se fosse quasi il nero, che a conti fatti un colore proprio non lo è, ed invece vedono con chiarezza il blu, l'arancione ed il verde, e quest’ultimo possiede in sé anche una tonalità giallastra. Le api sono note sia per la loro organizzazione sociale, che per la loro produzione di miele, di polline e di pappa reale, e così via, via "zuccherando" noi fruitori, e senza esagerare, a fin di bene. Lo sapete tutti, che le api vivono, lavorano e transitano nei loro particolarissimi “condomini” chiamati alveari. Questo è il nido naturale delle api tutte, ed è una complessa struttura che ospita un’intera colonia, e contiene delle celle costruite in forma esagonale e costruite in cera d’api. Il mondo lavorativo degli apicoltori che è composto da appassionati ed “hobbisti”, ha a disposizione, e di solito da loro costruita, un’arnia, la quale è la versione artificiale dell'alveare stesso. Questa serve per rendere più facile l’attività di gestione delle api.

L'alveare è assai utile per l’intera ed intensa vita lavorativa delle api stesse, le celle invece servono alle api per riprodursi e per immagazzinare il loro cibo, come ad esempio, e qui ci si ripete, il miele e il polline, e lì si prendono anche attentamente cura delle larve. Ah!. Ecco un altro interessante aspetto dell’immensa famiglia Apidea, le larve delle api sono quella fase di sviluppo intermedia che segue l’uovo e precede la pupa e l’adulto. Sapete che cos’è l’ opercolata?. Questa non è altro che la cella sin qui sigillata, dove al suo interno la larva si trasforma per l’appunto in pupa, la quale ha l'aspetto di un'ape adulta ma è ancora saldamente immobile. Durante la fase, quella che poi diventerà ape, subisce la sua netta e quindi definitiva trasformazione. Una volta completata per intero la sua metamorfosi l’ape ormai adulta esce dalla cella. Il raggruppamento delle celle si chiama favo..L’ape vive circa 30 o 40 giorni in estate, e qui si fa riferimento all’ape operaia, e fino a 5 o 6 mesi durante il lungo periodo invernale. Scrivendo dell’ape operaia , non vogliamo affatto dimenticare la "gerarchia" delle api stesse, e questa è suddivisa in tre principali caste, le quali sono composte dall’ape-regina, la quale è l’unica femmina fertile, poi come già esposto, ecco le api operaie (n.d.a.: femmine sterili e con vari ruoli verso i quali devono assecondare), ed infine, e scrivendo sempre di esse, dobbiamo così” latinizzare” il tutto con la voce, "dulcis-in fundo", ed ecco i fuchi, che sono i … “maschietti” della situazione, e che hanno il compito preciso e consolatorio di fecondare la sola ape-regina, questo onde proseguire la specie, che come purtroppo si sa è sulla via dell’estinzione se non si fa qualcosa in tempo utile, il quale che pare sia ormai esiguo, anche se da alcune parti si narra già di una loro netta ripresa.

Le api-operaie si occupano perlopiù di curare le nuove covate, di difendere l'alveare, di raccogliere il miele e il polline, ed anche la regolare manutenzione delle celle. Compito dell'ape-regina è quello di depositare le uova. Secondo un linguaggio più alla portata dei neofiti, le api-operaie a seconda delle loro età, si distinguono in api spazzine, in quanto puliscono l’alveare, le api-nutrici , le quali servono per dare da mangiare alla regina, e le larve. Vi sono poi le api- architetto, che costruiscono le celle di cera, quelle magazziniere per depositare il miele ed il polline. Le Ventilatrici sono invece quelle che mantengono la freschezza all’interno dell’alveare stesso.
Le api-guardiane che a costo della loro stessa sopravvivenza difendono l’ingresso dell'alveare, ed infine vi sono le api- bottinatrici, le quali raccolgono il nettare ed il polline direttamente dai fiori. I fuchi, dopo aver fecondato l’ape-regina, e non essendo più necessari, vengono messi letteralmente “alla … porta”, che sotto certi aspetti, a volte è un pò il destino dell'uomo, specie per quello di oggi. Le api pur essendo un’ aggregazione sociale, sono di fatto tutte imparentate tra di loro, ed Il loro nome specifico lo prendono dal latino apis, ed hanno anche un raro sinonimo che le identifica come “pecchie”, così scritto al plurale. Il 24 del dì di maggio di ogni anno solare, in tutto il mondo si festeggia il “Bee Day”. cioè la “Festa delle Api”., Questi insetti non producono il solo miracoloso miele, ma per così dire, “giocano” un ruolo essenziale nell’ambito dell' ecosistema, mentre i pesticidi, il clima e l'inquinamento in genere hanno debitamente già ucciso milioni milioni di api, questo di anno in anno. . II nostro mangiare, già per molti versi è spesso” tossico” per la nostra salute individuale e collettiva, ed in totale la biodiversità e la vita stessa del pianeta, dove seppur in fase temporanea, noi tutti viviamo. www.greenpeace.it è l’Associazione, conosciuta e di levatura internazionale, che si prende cura della preservazione delle api, dell'eliminazione dei numerosi inquinanti tra i quali, per l’appunto i su citati pesticidi.

Ricollegandoci al nostro cibo è fortemente necessario sapere, che oltre un terzo di quello che mangiamo dipende fatalmente dalle api e dagli impollinatori, e se questi preziosissimi insetti dovessero del tutto sparire, e di fatto così sta accadendo, ormai sulla strada del loro estinguersi totalmente, come già abbiamo scritto, le conseguenze sulla produttività alimentare subirebbe un’immensa devastazione. Si dice che ogni tre cucchiaiate o forchettate di cibo che noi accostiamo alle labbra e poi ingeriamo, almeno uno di queste dipende dagli insetti. Infatti secondo le più recenti stime della FAO, IL 75% delle colture alimentari globali è impollinato dalle api e senza il fattivo contributo di queste, molte delle filiere agricole biodinamiche o meno, perderebbero la loro stabilità, la varietà e la loro resa.
Il noto scrittore Mario Rigoni Stern, che scrisse della sua terra, l’Altopiano di Asiago, quello dei “Sette Comuni” dell’alto vicentino, ebbe a scrivere sulle api: -”Fuori dalla comunità non possono vivere”-. Infatti questi insetti non operano come singoli individui, ma come per l’appunto come collettività. Negli alveari non esistono “regni”, delle “repubbliche” oppure dei ruoli dominanti o semi -dittatoriali. L'ape-regina non possiede delle prerogative in tal senso e le api-operaie, non sono delle suddite, e così anche per i fuchi. Tutti prendono parte ad un intero sistema quasi perfettamente regolato dagli eventi climatici e dal variare delle stagioni, che ormai non sembrano più quattro alternate ma solo due confuse. Sempre secondo il punto di vista che espresse Rigoni-Stern: -”L’alveare è come un perfetto congegno meccanico, ma con anima vitale e sensibilissima all’armonia dell’insieme”-. La loro è alla fin fine una sorta di attività cooperativistica, questo come già si sa, che delinea con costanza il loro lavoro e così la loro vita, e quella delle api è molto avvincente e così il loro gran daffare e le storie che le coinvolgono. -”Si sveglia il mondo, lo accarezza il sole/si sveglia l’Ape Maia dentro un fiore/apre i suoi occhi sorridenti/stropiccia le sue ali trasparenti/vola, vola, vola, vola, vola l'ape maia ….

Per fare l’apicoltore come sopra elencato, ci vuole davvero attenzione e sopra ogni cosa, tanta, tanta passione. Se davvero volete saperne un po’ di più sul fantastico ed interessante mondo apistico, in una casa colonica in comune di San Godenzo sugli Appennini tra Bologna e Firenze, hanno sede le “Edizioni Montaonda” di Luca Vitali (www.montaonda.it). -” Ed ora l'autore in questione, seguito da un’imponente sciame di api, vi saluta molto cordialmente, e seppur virtualmente vi offre un assai gustoso gelato al fiordilatte con il miele. Sapete bene quanto questo elemento zuccherino fa bene all’uomo. In finale che invece di epilogo, e sempre “giocando” con dei termini inusuali, solo per un attimo e come finto neologismo, poi da trascurare, ma ora da vedere solo come una sorta di “licenza poetica” ma non troppo, ecco la parola a noi ora più congeniale (api) logo), aha. ahaa!!!. vi scriviamo che le parole sono come le api, hanno il miele ma la gran parte di loro ha anche il pungiglione … (Da anonimo).