Shaliran
Il Piccolo fiore sorridente - 51
di Ruggero Scarponi
Se la spada e il sacrilegio la offendono allora che le sabbie del deserto si sollevino
Mentre il campo di Jalabar era investito dalla tempesta di sabbia, nella città di Shawrandall i soldati del principe impazienti di cogliere la vittoria si gettarono nuovamente all’assalto. Questa volta, con un’azione ben coordinata, riuscirono a sfondare le difese in più punti. Quemosh e Amin furono costretti a ritirarsi dalla torre di Ghedir e si ritrovarono nel portico del tempio a combattere tra i feriti e gli agonizzanti che nella mischia venivano calpestati senza pietà. I due fratelli scorsero Kalina che si era rifugiata in un angolo dietro a una colonna nel mentre che recava l’ultimo conforto a un moribondo. Allora Amin fece cenno a Quemosh di seguirlo e si misero a difesa della sorella. Gli assalitori si stavano riversando all’interno del cortile e del portico non osando per il momento profanare l’interno del tempio dove, schierati a difesa, sebbene disarmati, erano i sacerdoti con Yabel in prima fila. Molti soldati tentarono di assalire Kalina ma Quemosh e Amin le fecero scudo contando su una forza che gli consentiva di respingere ogni attacco. Poi, però, furono bersagliati da numerose frecce e trafitti, caddero al suolo.
Gli arcieri presero a bersagliare anche i sacerdoti compreso Yabel. A quel punto si fece silenzio nel grande cortile del tempio. In piedi restavano solo i soldati del principe. I difensori erano stati sopraffatti. Kalina, nella confusione della battaglia, non si era accorta della sorte toccata ai suoi cari, intenta come era a compiere la sua opera. Allora alzò lo sguardo e si vide completamente circondata. Vide anche Amin, Quemosh e Yabel trafitti dalle frecce. Si avviò prima verso i fratelli. La lasciarono passare. Poi salì le scale che conducevano all’ingresso del tempio. Sugli ultimi gradini trovò il suo amato, ferito. Nel silenzio irreale di quei momenti nessuno osò ostacolarla. I soldati si guardavano l’un l’altro, increduli e meravigliati che gli ufficiali non dessero alcun comando. Allora un soldato, presa una borraccia, si inginocchiò accanto a Kalina per aiutarla a dissetare Yabel con un sorso d’acqua. La ragazza lo ricompensò con un sorriso di gratitudine. Le truppe del principe, intanto, si stavano raccogliendo per dare l’assalto all’ultimo baluardo, la Roath dove risiedeva il Consiglio degli Anziani. Un ufficiale si avvicinò a Kalina e disse. - Donna, alzati, ci prenderemo cura noi di questo ferito. E poi, mettiti al sicuro nel tempio, fin tanto che la battaglia non sarà finita. Sei l’unica a esserti salvata e gli dei debbono amarti molto. I miei uomini ne sono rimasti impressionati. Hanno visto come le frecce ti balenassero intorno senza mai colpirti e la tua veste poi, nonostante il tuo servizio ai feriti e ai moribondi, è rimasta candida - Ma mentre diceva queste parole uno sbuffo di vento gli fece cadere il copricapo. Si piegò per raccoglierlo e quando si rialzò tutto gli apparve offuscato. La sabbia sospinta dal vento aveva invaso tutta l’aria e i soldati cercavano di ripararsi portandosi fazzoletti al naso e alla bocca. Intanto la tempesta di sabbia dopo aver sommerso il campo di Jalabar si abbatté con il fragore del tuono sulle mura di Shawrandall. Con violenza inaudita un’onda rovente si riversò nella città. I soldati del principe che presidiavano le mura ne furono travolti. Altri, di guardia nei vicoli e nelle strade, furono sommersi. L’esercito di Jalabar schierato per l’assalto finale improvvisamente si avvide della terribile calamità. I cavalli terrorizzati si impennarono facendo cadere i loro cavalieri. La sabbia incandescente del deserto sospinta dal vento impetuoso bruciava i volti e le membra scoperte degli uomini.
Il sole ne era oscurato e la notte sembrava essere calata mentre tutto intorno si diffondeva il terrore. Soldati e animali in cerca di salvezza venivano inghiottiti dai mulinelli di sabbia. Anche il tempio della sacra prediletta ne fu colpito. La sabbia lo percosse con violenza. Appena la tempesta accennò a placarsi ci si rese conto delle devastazioni. La città di Shawrandall era quasi irriconoscibile. La sabbia occupava buona parte delle strade e dei vicoli fino al secondo piano delle case. Altri vicoli ne erano stati parzialmente risparmiati e in questi si aggiravano come spettri i soldati del Principe completamente stralunati. Allora i cittadini di Shawrandall che conoscendo quel tipo di tempesta si erano opportunamente rifugiati nelle case sigillando porte e finestre, cominciarono a uscire e trovando quei soldati disorientati ne facevano strage e scempio. Il sangue continuò a scorrere dopo la grande devastazione. Fino a notte durò la carneficina. Nel tempio, Kalina, guidata dalla dea Belt prestava soccorso a Yabel. Il giovane soffriva molto e delirava. Kalina amorevolmente gli aveva tamponato la ferita con delle bende e gli bagnava la fronte cercando di confortarlo con dolci parole. Vegliò tutta la notte Kalina a fianco di Yabel. E con lei la Dea Belt per farle forza e coraggio. Al mattino Kalina fu soraffatta dal sonno e si addormentò mentre la dea, per amore della sua Shaliran, continuava a rinfrescare la fronte del giovane con panni freschi e profumati.