Se questo e' un bambino
di Nicola Bruni
Questa immagine di un bambino di Gaza che fugge terrorizzato da un bombardamento portando la sorellina sulle spalle, è divenuta iconica della barbarie che connota oggi lo Stato di Israele, scatenato senza pietà nello sterminio genocida del popolo palestinese e nella distruzione generalizzata del suo territorio. I due piccoli sono rimasti soli, senza mamma, senza papà, senza casa, senza un posto dove ripararsi. (le ultime notizie informano che sono riusciti a ricongiungersi con i familiari),
Sono già più di 20.000 i bambini assassinati dall’esercito della Stella di Davide, su un totale di almeno 70.000 palestinesi morti ammazzati: bombardati, bruciati vivi, schiacciati sotto le case distrutte, uccisi negli ospedali e nelle scuole, mitragliati mentre erano in fila per il cibo o per l’acqua, lasciati morire di fame, di sete e per mancanza di cure mediche con il blocco degli aiuti.
Altre decine di migliaia di bambini sono stati mutilati o feriti. Inoltre, sono tutti, chi più chi meno, traumatizzati nella psiche. E innumerevoli sono i minori palestinesi rimasti orfani di entrambi i genitori, senza più nessuno che si prenda cura di loro, come è successo ai due piccoli della foto.
L’esercito invasore non mostra pietà per l’infanzia innocente, poiché gli estremisti del governo israeliano teorizzano la necessità di uccidere anche i neonati di Gaza, che da grandi, dopo quello che hanno subìto, potrebbero diventare terroristi nemici.
È il prodotto della disumanizzazione razzista che lo Stato di Israele ha fatto del popolo palestinese, in maniera speculare a quella che il regime nazista tedesco fece del popolo ebraico nel perseguire la “soluzione finale” della Shoah.
Lo “Stato canaglia” di Netanyahu è isolato nell’opinione pubblica mondiale e nel consesso dell’Onu, ma se ne infischia perché ha il sostegno onnipotente e incondizionato del boss americano Trump al piano di annessione di tutta la Palestina e di trasformazione della Striscia, da radere completamente al suolo, in una lussuosa riviera di vacanze per ricchi: quella che secondo il ministro israeliano Smotrich diventerebbe alla fine della guerra “una miniera d’oro immobiliare da spartire con gli americani”.
Purtroppo, l’Italia di chi ci governa è complice di Netanyahu nell’attuazione del progetto di cancellazione del popolo palestinese, perché continua a vendergli armi che uccidono e distruggono, mentre si oppone ad efficaci sanzioni proposte in sede europea.
Per giunta, nonostante i continui massacri di innocenti e di bambini compiuti a Gaza, il numero 2 del governo Meloni, Matteo Salvini, si è vantato di essere addirittura “il migliore amico di Israele”, che avrebbe “il diritto di difendersi” con modalità così criminali.
Perciò, è molto importante che tutti gli italiani che conservano un senso di umanità si dissocino da questa infamia, manifestando pubblicamente la loro solidarietà con il popolo della Palestina, e testimonino di fronte al mondo e alla storia da quale parte si colloca la loro Italia.