“Non sono le profondità che conquistiamo ma noi stessi” E. Hillary
Una esperienza subacquea
Di Stefania Paradiso
Che l’acqua fosse il mio elemento l’ho capito imparando a nuotare dopo essere rimasta in sedia a rotelle in età adolescenziale; le sensazioni di libertà, leggerezza, benessere provate allontanavano il senso di costrizione dato dal non poter più correre.
Non pensavo però, all’epoca, che tali sensazioni potessero essere amplificate e sentite in maniera ancora più profonda con la subacquea.
Possibilità e consapevolezza: se dovessi scegliere due soli termini per raccontare la mia esperienza subacquea la scelta ricadrebbe su queste parole che ne esprimono la bellezza e, al contempo, la complessità.
La possibilità riguarda il poter fare qualcosa che, in teoria, sembra essere precluso a chi come me ha una disabilità motoria; il poter vedere e godere, con accorgimenti diversi come diversa è la condizione, profondità, colori, specie che appartengono al mondo subacqueo.
La consapevolezza ha a che fare invece col corpo e con i limiti che incontra.
Personalmente mi ha liberato della paura di non essere abbastanza performante o esteticamente accettabile. Il corpo diventa un mezzo che permette di vivere nuove cose e non un parametro estetico.
Al diving o sul gommone contano le emozioni vissute, le esperienze raccontate, le immersioni riuscite, le difficoltà incontrate, la varietà di cose viste, la condivisione, i sorrisi.
Come le emozioni provate al Giglio nell’evento “Onde Inclusive” promosso dall’associazione Underwater Pro Tour (un’associazione nata per iniziativa di un gruppo di amici subacquei legati all’isola che ha tra le attività principali la salvaguardia dell’ambiente marino e l’inclusione sociale) che si è tenuto il 6/7 settembre nella spiaggia di Campese.
Con la scuola sub di Roma “L’uomo e il mare” siamo stati invitati per il secondo anno consecutivo a raccontare la nostra esperienza subacquea e a immergerci nelle meravigliose acque dell’isola.
Un evento che grazie all’attenzione e bravura degli organizzatori ci ha fatto vivere il mare e fare nuove esperienze. Liberi finalmente di non doversi preoccupare di barriere architettoniche e culturali che troppo spesso rendono la disabilità ancora più difficile da vivere.
Un evento che ha dato voce a realtà differenti sparse sul territorio nazionale, alle diverse disabilità e al racconto del prezioso lavoro della SICS - Scuola Italiana Cani da Salvataggio.
Ho avuto spesso paura di non essere all'altezza o che la realizzazione del mio sogno richiedesse troppa fatica agli altri.
In acqua ho invece capito che nessuno può fare tutto da solo. Ci sono accorgimenti diversi, barriere architettoniche da superare e tecniche da affinare ma la profondità non conosce il pregiudizio.
Ho scoperto un mondo di gentilezza e attenzione rara, il sorriso di chi accoglie e aiuta.
Tendiamo spesso a dare per scontate molte cose e per questo ci tengo a sottolineare tale attenzione.
Senza la volontà e l'apporto di ognuno oggi non sarei qui a raccontarlo perchè poche barriere si superano completamente da soli.
Il pianeta troppo spesso, per incuria, indifferenza o disattenzione, non è un posto accogliente per chi vive una disabilità o una difficoltà in senso più ampio; il mondo però, e per fortuna aggiungerei, è fatto da persone e le persone fanno la differenza.
Essere visti così come si è, nelle potenzialità e nelle difficoltà, nelle opportunità e nei limiti, fa sì che si trovino soluzioni adatte e inclusive.
Fa sì che la vita resti una boccata allegra e vivace da respirare a pieni polmoni, un viaggio col cuore aperto e grato, degno di essere vissuto, nonostante tutto.