#364 - 1 giugno 2025
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
curiosità

Il telegramma

Telegrammi "telegrafici" di una volta

di Nicola Bruni

“Comincia preoccuparti stop segue lettera”: ecco un “classico telegramma ebraico” che ho tratto da un libro di barzellette.

Chi si ricorda dei telegrammi di una volta, soppiantati dai messaggi elettronici?
Erano scritti in caratteri maiuscoli su striscioline di carta bianca, incollate su un modulo postale di colore giallo, che veniva piegato a rettangolo e chiuso con una linguetta.
Sull’esterno del plico si applicavano due striscioline bianche con il nome del destinatario e il suo indirizzo. Un postino li recapitava rapidamente a domicilio.
Il testo di quelle striscioline era stampato da una macchina che convertiva nell’alfabeto latino i messaggi trasmessi dal telegrafo senza fili con l’alfabeto Morse, costituito da diverse combinazioni di punti e trattini.

Il telegramma

Il telegramma aveva una tariffa base per un numero limitato di parole, superato il quale era previsto un costo aggiuntivo per ogni parola eccedente. Inoltre, i vocaboli contenenti più di 10 lettere venivano conteggiati come 2 parole. Di qui, la necessità, per motivi di risparmio, di formulare messaggi molto sintetici ed essenziali, composti da vocaboli brevi, privi di articoli e possibilmente di preposizioni, che dette origine al cosiddetto linguaggio telegrafico. Si cercava di fare a meno anche della punteggiatura, che il telegramma traduceva in parole da conteggiare, come “virgola” e “punto” (o “stop”). E poiché il telegrafo non conosceva gli accenti, per distinguere “e” congiunzione da “è” verbo, si ricorreva alla corrispondente parola latina “et” o “est”.
Infine, per risparmiare, si potevano accorpare due parole brevi in una sola, come in “amoremio” (così si risparmiava anche sull’amore).

I telegrammi venivano molto usati, nel corso del Novecento, quando ancora il telefono non era alla portata di tutti e si aveva il bisogno di una comunicazione rapida, come per l’annuncio di un decesso, dell’orario di arrivo al termine di un viaggio o dell’improvviso annullamento di un impegno, o per una convocazione urgente.
Inoltre, costituiva una consuetudine sociale inviare a parenti e amici interessati telegrammi di felicitazioni e di auguri per nascite, matrimoni, lauree, avanzamenti di carriera e altri eventi gratificanti, o di condoglianze per la morte di una persona cara.

Alcuni esempi: “Arrivo domani treno ore 17 venite prendermi peppino”; “Auguri vivissimi felice matrimonio et ogni bene famiglia rossi”; “condoglianza carissima pinuccia stop abbracci affettuosi pippo e rosina” “Est rinviato concorso attendere nuova convocazione ministero finanze”.

La mia mamma mi raccontava il divertente telegramma di un emigrato calabrese che annunciava così la sua venuta in Italia dall’America: “Arriu papuri partu ripicchiu” (Arrivo con un vapore e riparto con un apparecchio).
E quello di un tale che, comunicando di non poter raggiungere Arena in Calabria, perché bloccato a Soriano da un forte mal di pancia di suo fratello, manifestava così la propria insofferenza: “Nsurtu doluri trippa fratello soriano auf auf”.

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