#364 - 1 giugno 2025
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Dibattito televisivo: prassi mortificante

Talk show

di Amanzio Possenti

Seguendo i talk show si ha un’idea del come viva la politica in Italia e nel mondo: molte parole, talvolta interessanti ma poco concrete.
Colpa del non concretezza della politica o della nostra incapacità a coglierne le infinite sfumature?
Cominciamo con il linguaggio. Lo si definisce ‘politichese’ proprio per le caratteristiche di...astruseria linguistica che rende poco comprensibile ai più il senso dei discorsi, soprattutto quelli più complessi e legati all’interesse di chi ascolta. Ma il fatto è che esprimersi in politichese è diventata una moda, ormai diffusa e accettata. Non è una colpa specifica di qualcuno in particolare, è una modalità generalizzata dentro la quale occorre impegnarsi per capire. Per fortuna ci sono i moderatori o conduttori dei dibattiti, che da eccellenti e competenti giornalisti, spiegano, illustrano e chiariscono a beneficio degli ascoltatori.

Talk show

Oltre al problema linguaggio, permane immodificabile il contrasto: a chi dice A si risponde con B, mischiando le carte, riaffermando pre-posizioni costituite secondo lo schema politico di appartenenza così che non si ha una valutazione bensì un pregiudizio di parte, legittimo ancorchè assai parziale e spesso slegato dal tema-chiave del quale si sta discutendo. Pertanto si sovrappongono idee assolutamente differenti e si realizza la solita battaglia verbale in seguito alla quale ognuno resta sulle proprie posizioni alla faccia del dialogo che si vorrebbe instaurare. Prevalgono scelte preventive che non aiutano nessuno anzi finiscono per lasciare tutti alla base di partenza, soprattutto l‘ascoltatore fuorviato da scelte aprioristiche. Tutto deriva da proposte di realtà di parte, accettabili dagli uni e non dagli altri.

Così continua la impossibilità di un dialogo che preveda non solo discussione anche ulteriore approfondimento. Ecco perché l’importanza dei dibattiti si riduce e a patirne è l’ascoltatore che non è messo al primo posto come riferimento di conoscenza più ampia, che rischia spesso di non raggiungere né lo scopo né l’obiettivo.
Difficile cambiare rotta, poiché lo scontro partitico-politico non si ferma : e la discussione si fa sempre meno stimolante, negativizzando una finalità che al contrario dovrebbe e potrebbe essere propositiva. E capace di rendere tutti e ciascuno maggiormente consapevoli.

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