Verso la grande Festa del Natale
fra desideri e speranze
Clima di festa
di Amanzio Possenti
Entrando nel clima delle ricorrenze natalizie, i comuni cittadini sono coinvolti da luminarie, sfarzo, costi, negozi invitanti, regali, desiderio di festeggiare: esperienze entrate nella tradizione.
Tuttavia quanti sono nelle condizioni di partecipare all’atmosfera di festa, gustandone gioie e speranze? Quanti fanno propria l’immensa bellezza dell’Evento che accoglie la Nascita di Gesù? Oltre a partecipare alla festa, siamo in grado di donare qualcosa di nostro, non solo di superfluo, a chi vive l’attesa di prendervi parte come la grande maggioranza, speranzoso di essere destinatario di Bene anche materiale, donato con carità sincera al prossimo nel bisogno, nella sofferenza o nella solitudine?
Domande abituali, forse ’mal sopportate’ dal consumismo, ma quando apprendiamo i livelli elevati di famiglie o di single in povertà assoluta (ed anche relativa) non possiamo esimercene, se ci professiamo cristiani. In troppi passiamo sopra a chi soffre (per qualsiasi motivazione) e al senso del Natale che non è festa esteriore, pur se non guasta darle un tratto di umana e sensibile partecipazione reciproca e di beneaugurale vicinanza. Purchè non sia solo uno star bene personale , ignorando i problemi dell’altro, bensì sentirlo amico con il quale condividere.
Nel clima prenatalizio entra forte il bisogno di pace, quanto mai acuto in seguito alle guerre in Israele-Gaza-Palestina- Libano e fra Ucraina e Russia: si prospetta un altro Natale di morte e distruzioni mentre i cristiani si apprestano a celebrare il Bambino Gesù, portatore di amore e di pace. Se dagli Usa (via Trump) arrivano notizie di possibili (prossime?) trattative per cessate il fuoco si riavvertono i ’no’ categorici ad un piano, il senso di ’freddo’ che gela i rapporti sembra soverchiare l’eventuale buona volontà. Tuttavia è opportuno non escludere il ruolo della speranza che, unita alla preghiera, possa far rinsavire i testardi sostenitori delle azioni belliche sempre più cruente. Il Natale, con la sua inimitabile bellezza e storia di amore universale, scelta irreversibile di comune armonia, vuol significare, in un’epoca dilaniata dalla prepotenza spesso disumana, che all’uomo si dischiudono porte d’Amore e di Pace: servono buona volontà per ripristinare valori distrutti e con essi lo spirito di una civiltà che sceglie Amore, Pace e Rispetto. Doni portati da Gesù nascente nella grotta di Betlemme.