Migrazioni
di Ennio La Malfa
In una mia recente pubblicazione ho definito chi affronta oggi il problema dell’emigrazione dei popoli con colpevole superficialità una persona che invece della “Luna guardano il dito” e, quindi, boicotta qualsiasi iniziativa sociale e politica che vorrebbe trovare una formula civile per salvare il futuro della civiltà europea.
Non voglio entrare nel merito delle scelte politiche europee e nostrane attuali, voglio semplicemente porre all’attenzione dei lettori realtà concrete su cui riflettere. Quindi partirei dall’ultima relazione obbiettiva dell’UNICEF:
L’UNICEF: Presto l'Africa soffocherà l'Occidente
Entro il 2050 nel mondo un bambino su 13 sarà nigeriano. Nel suo recente rapporto “ Generation 2030 Africa 2.0”, l’Unicef allerta tutti i capi di Stato del pianeta sul fatto che si sta assistendo ad un boom demografico africano impressionante, mentre nei Paesi occidentali si assiste ad un forte decremento delle nascite. Lo studio ci dice che entro il 2030 i bambini e i ragazzi sotto i 18 anni saranno in tutto il Continente Nero oltre 750 milioni e prima del 2050 saranno molto al di sopra del miliardo.
Sempre nel 2050 la popolazione complessiva africana sarà superiore ai 2,5 miliardi. Una situazione che gli attuali governi africani non riuscirebbero a gestire perché in parte corrotti, in parte incapaci a gestire il loro sviluppo interno socio economico e in parte incapaci a fronteggiare il fenomeno dei cambiamenti climatici. E allora si creerà una valanga umana che travolgerà in particolare l’Europa, con prospettive terrificanti sia socialmente che economicamente in particolare per Paesi finanziariamente fragili come la Grecia, l’Italia e la Spagna.
Al momento lo Stato africano più prolifico è la Nigeria dove nascono il 20% di tutti i bambini del
continente e il 6/7% di tutti i bambini della Terra. Normalmente una famiglia nigeriana produce dai 10 ai
15 figli, contro i 2, massimo 3 bambini delle famiglie occidentali.
Il rapporto invita l’Occidente a prendere atto della situazione e ad investire in Africa soprattutto nei
settori sanità e istruzione, offrendo maggiori formule di controllo delle nascite.
Più la cultura farà strada in Africa, maggiori saranno le probabilità che la gente cominci a prendere coscienza del problema riducendo, senza coercizioni governative, come avveniva in Cina, il peso delle eccessive nascite. In caso contrario, conclude il rapporto, “potremmo assistere ad un disastro demografico di proporzioni inimmaginabili che coinvolgerebbe negativamente tutte le nazioni del pianeta.