Shaliran
Il Piccolo fiore sorridente - 40
di Ruggero Scarponi
Amin e Quemosh si recano da Kalina per presentarle le loro promesse Nazira e la giovane cortigiana.
Avvenne poi, nei giorni seguenti, che Amin e Quemosh si promisero con le loro donne. Amin con la bella Nazira e Quemosh con la giovane cortigiana. Allora riunirono i fratelli Bashir e Kalina che ancora non erano promessi ad alcuno e rappresentavano il seme della casa non essendoci più i genitori. Naturalmente sia Kalina che Bashir erano al corrente di tali inclinazioni ma ugualmente ne furono felici e benché i tempi non fossero opportuni essendo già trascorso il quashem e imperversando il duro assedio e il morbo pestifero, vollero celebrare festosamente l’evento preparando un desinare con le poche cose di cui ancora disponevano.
Nella città di Shawrandall, infatti, il Consiglio degli Anziani era ben attento a che non mancasse né il pane né l’acqua ma per il resto, col trascorrere dei giorni, diveniva sempre più difficile trovarne. Kalina riuscì tuttavia a preparare qualche ciambella con i semi di Kresh e una golosa ricetta a base di riso, mandorle, uva passa e pezzetti di carne di agnello stufato. Kalina per quell’occasione volle che si facesse festa nonostante l’anziana Betelian li avesse lasciati da poco. Fu invitato anche Yabel mentre Genir e Jadel erano nelle case delle future suocere, per aiutarle nei lavori domestici, secondo la tradizione.
Kalina, accompagnata da Yabel al suono del kharish, una chitarra a nove corde, intonò alcune canzoni apprese da fanciulla e a lei si unì Nazira mentre la giovane cortigiana che non era esperta nel canto, sapeva come attrarre gli sguardi degli uomini con la danza. Chiamò a sé Quemosh che si schermì non essendo dotato in quell’arte mentre invece Amin seppe ben destreggiarsi suscitando una punta di gelosia in Nazira che, però, subito si dileguò, appena il suo uomo le fu accanto, ricoprendola di mille attenzioni. Questi lieti momenti di festa furono vissuti in Shawrandall durante il terribile assedio di cui si sarebbe scritto e tramandato per innumerevoli anni.
L’armata del Principe Jalabar attacca in forze la città di Shawrandall.
All’indomani dei gravi tumulti scoppiati in Shawrandall il Principe Jalabar ordinò un attacco in forze contro la città. La manovra fu preceduta da un fitto lancio di proiettili tramite gigantesche macchine. Imponenti macigni piovvero un po’ dovunque, spaccando, sfondando squassando qualsiasi cosa si trovasse sulla loro traiettoria. Persino le possenti mura, investite da quella temibile pioggia, subirono danni consistenti Tuttavia la reazione della città fu all’altezza della situazione ribattendo, colpo su colpo ai lanci nemici, con incredibile precisione. Il Principe lanciò all’attacco le sue schiere per individuare qualche punto debole nel perimetro difensivo. Intanto, però, faceva avanzare le gigantesche torri mobili da dove era possibile bersagliare gli assediati tenendosi alla stessa altezza delle loro mura.
In quella giornata il Principe ordinò numerosi attacchi che non mancarono di procurare perdite importanti ai nemici. In più occasioni i suoi uomini riuscirono a scalare gli alti bastioni senza mai riuscire ad aver ragione dei difensori. Al tramonto i due eserciti che si erano scontrati con tanto impeto lamentavano gravi perdite, ma il Principe poteva guardare con soddisfazione ai molti danni inflitti alle difese nemiche. Durante la notte, il Consiglio degli Anziani, che aveva previsto la possibilità che le mura, colpite dal lancio di pesanti proiettili, potessero presentare pericolose crepe, ordinò a squadre di cittadini, appositamente addestrate nei mesi precedenti, di operare gli interventi di restauro su tutto il perimetro che era stato oggetto degli attacchi. Le braccia non mancavano a Shawrandall essendo una città enorme per quei tempi e densamente abitata. Solo il morbo pestifero poteva fiaccarla in quelle ore, specialmente dopo i tumulti. Infatti i contagiati che si erano dispersi nei quartieri vicini in cerca di cibo avevano seminato il contagio per ogni dove, come temeva il Consiglio degli Anziani, sì che si poteva dire che ormai non vi fosse quartiere che non contasse qualche ammalato.
L’unico a rimanere indenne, al momento, era il lontano e periferico quartiere della Phardisha il quartiere dove si trovava la casa di Shamor, separato dal resto della città da un largo canale interno attraversabile da un solo ponte tenuto costantemente sorvegliato da milizie in armi.
Al mattino seguente l’armata del Principe, sorpreso che il nemico avesse riparato così in fretta i danni subiti alle mura, mosse ancora all’attacco avendo individuato almeno due punti del sistema difensivo che apparivano più esposti e scarsamente difesi. Ancora il lancio dei proiettili da parte delle infernali macchine seminò morte e distruzione in particolare nei quartieri adiacenti alle mura ridotti a un cumulo di macerie. Tuttavia anche le schiere del Principe, lanciate all’attacco, non di rado si vedevano fendere dai micidiali colpi delle macchine poste a difesa di Shawrandall. Ma il cuore della battaglia era lo scontro corpo a corpo sulle mura. Oramai le schiere del principe sostenute dalle torri mobili riuscivano quasi sempre a raggiungere gli spalti. Eppure la ferrea disciplina e l’ottima organizzazione dei difensori non consentiva agli aggressori di superare le prime linee di difesa. I giorni passavano e gli attacchi si moltiplicavano. Da una parte e dall’altra sembrava non venir mai meno il vigore e l’impeto. Di giorno in giorno le torri di Jalabar si avvicinavano alle mura. ed erano ormai in grado di bersagliare i difensori con ogni sorta di arma. Amin, Quemosh e Bashir si erano spontaneamente presentati al corpo di guardia del Terek Hashim per essere inquadrati nelle unità di difesa della città. La forza veramente prodigiosa di Quemosh gli aveva valso il grado di comandante di un manipolo di soldati presso la porta di Ghedir il punto più delicato di tutto il sistema difensivo. Infatti da quella porta si accedeva al viale che conduceva al tempio Karashan e alla fortezza della Roath. Amin, invece, era addetto alla sicurezza interna e montava la guardia davanti all’Uptadish per reprimere eventuali sommosse. Bashir, poi, era misteriosamente scomparso. Aveva lasciato un messaggio a Kalina in cui diceva di essere stato convocato per una missione non ben specificata dal Consiglio degli Anziani. Preoccupati di qualche trucco del nemico o altro Amin e Quemosh si recarono al corpo di guardia con il messaggio lasciato dal fratello per verificarne l’autenticità. Dopo qualche tempo la versione di Bashir fu confermata ma essendo coperta da segreto militare non fu possibile saperne di più.