Shaliran
39 - Il Piccolo fiore sorridente
di Ruggero Scarponi
Come Kalina e i suoi fratelli assistono Betelian nei giorni del tumulto
Durante i tristi giorni del tumulto, Betelian, l’anziana madre di Kalina che aveva compiuto un grande sforzo per accompagnare al Tempio le figlie promesse nel giorno di quashem, si aggravò ulteriormente facendo temere per la sua sorte. Infatti, dopo la cerimonia religiosa, era tornata al suo lettuccio priva di forze e non aveva potuto partecipare né al pranzo con le famiglie dei giovani promessi né alla festa serale.
Ormai non riusciva neanche più a mangiare e i figli a turno sedevano presso di lei per assisterla e confortarla. Lo stesso Yabel sebbene costretto a districarsi tra le molte incombenze del suo ufficio e il conflitto tra il Gran Sacerdote e il Consiglio degli Anziani, non aveva trascurato di farle frequenti visite e di metterle a disposizione il medico personale. Kalina aveva occhi pieni di riconoscenza per il suo amato che si dimostrava così sollecito nei confronti dell’anziana madre e da parte sua cercava di confortarlo e dargli buoni consigli intanto che gli avvenimenti si facevano sempre più foschi e minacciosi. Così parlò Kalina a Yabel nella sala grande del Palazzo - mio Yabel non temere di seguire il tuo maestro, il Gran Sacerdote. Chi più di lui sa come interpretare le scritture? – Non sono turbato da questo pensiero, mia Kalina – rispose Yabel – piuttosto sono preoccupato per gli umori esasperati della folla che non perde occasione per scatenare rivolte nel disordine e nella violenza. Prima hanno puntato il dito su di me in quanto figlio del Principe che assedia questa nostra città ed ora l’arresto del Gran Sacerdote sembra aver eccitato gli animi oltre ogni limite. – Ma caro – disse Kalina – il sant’uomo non ha colpa di quanto accade e di sicuro egli si rammarica per il tumulto al quale assistiamo, nonostante che il suo nome venga scandito dalla folla. - Così parlò Kalina a Yabel nel mentre che questi prendeva la decisione di scendere nuovamente tra la folla per calmare gli spiriti più esagitati.
Nel frattempo, alcuni malfattori, si erano introdotti furtivamente nel palazzo di Yabel per compiere qualche furto o rapina approfittando della confusione del momento. Rapidi percorsero stanze e corridoi alla ricerca di beni e preziosi fintanto che non giunsero in una stanza nella quale in quel momento soggiornava, per prendere un po’ di riposo, Kalina. Subito, vedendo la bella giovane riccamente abbigliata, furono presi dall’ardente desiderio di possederla. Essendo uomini abietti, usi alla violenza e all’omicidio, contemplarono quella ipotesi come una fortunata circostanza da non lasciarsi sfuggire. Cercando di non fare rumore si avvicinarono al suo letto per ammirarne la soave bellezza e i ricchi gioielli che l’adornavano. Mentre pregustavano la violenza, però, furono presi da un grande turbamento che li rese sgomenti. Infatti, appena tentarono di allungare le mani per ghermire la giovane, subito le ritrassero inorriditi, avvedendosi di come si fossero trasformate in zampe pelose di orrende fiere. Allora furono presi in modo inspiegabile dalla commozione e non riuscirono a trattenere le lacrime nel mentre che prendevano a lodare le grazie di Kalina, i bei capelli sciolti e sparsi sul cuscino di seta, il profilo purissimo del volto e gli occhi che sebbene chiusi si immaginavano grandi e luminosi e l’aggraziata figura e i ricchi abiti che ne ricoprivano le virginee membra.
Incapaci di abbandonare la stanza, non riuscivano a smettere di ammirare la fanciulla intorno alla quale, come fossero ingenue giovanette, danzarono un girotondo al canto di puerili filastrocche.
E finalmente la dea Belt, che aveva prodotto su di loro un incantesimo, sciogliendo i loro cuori in quelli di fanciulle, permise che si staccassero dalla vista di Shaliran per fuggire lontano, prima di essere sorpresi dai loro compari, con voci e movenze femminili invece che di terribili malfattori. Quando Kalina si svegliò trovò accanto a sé Amin. Questi così le parlò. - Kalina, sorella mia, nostra madre Betelian è purtroppo giunta alla fine del suo cammino. Questi tempi oscuri e turbolenti l’hanno duramente provata. Ella chiede di avere vicino tutti i suoi figli nel momento in cui la Sacra Prediletta le spalancherà le braccia per accoglierla nella sua casa. Rechiamoci presso di lei insieme ai nostri fratelli e sorelle e chiediamole un’ultima benedizione, che sia di buon auspicio nel duro cammino che dovremo affrontare in questi giorni. - Così parlò Amin a Kalina trattenendo a stento lacrime di dolore. E Betelian, di fronte a suoi figli, che le si erano fatti da presso per essere benedetti e dopo un ultimo saluto, lasciò per sempre il mondo, per ricongiungersi con l’amato sposo che l’attendeva, pieno di amore, per cingerle il collo con le sacre ghirlande di fiori di ran, simbolo dell’unione coniugale. Anche Nazira e la giovane cortigiana avevano assistito agli ultimi momenti di Betelian, e insieme ai figli ne piansero la dipartita ché la dolce umiltà di quell’anziana donna aveva toccato il cuore di tutti.