Museo archeologico Nazionale del Sannio Caudino
Montesarchio - (Benevento)
Torre del Museo Archeologico
Battiti di Speranza
Di
Francesco Astiaso Garcia
Battiti di Speranza
Viviamo in un’epoca disorientata, abbiamo perso il senso della rotta, abbiamo sostituito gli ideali e le sfide esistenziali con mode superficiali e una continua tendenza al benessere, all’effimero e alla vanità; abbiamo appiattito la spinta spirituale ad uscire da sé dell’essere umano. Il mondo è minacciato e diviso, la conflittualità invade tutti i settori della società e sembra inasprirsi di giorno in giorno; dai singoli individui, alle relazioni intra-familiari, fino ad arrivare al rapporto tra gli Stati.
E’ importante contestualizzare questa nostra mostra nel tempo che stiamo vivendo. Un tempo caratterizzato da una comunicazione planetaria che si distingue per un bullismo abnorme, raccapricciante, tragico: quante relazioni ferite intorno a noi, quanta divisione, quanta ostilità, chiusura e pregiudizio. È forte lo smarrimento dei giovani davanti al senso della vita, di qui il tedio, l'angoscia, la noia, la nausea.
Quale antidoto offrire a questa degenerazione relazionale? Nella lingua cinese la parola disperazione coincide con la parola occasione, ogni crisi rappresenta una grande opportunità, una maschera che cade, rivelando i nostri artifici e le nostre illusioni; come scrive Antoine de Saint Exupery nel Piccolo Principe: "ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte nasconde un pozzo". Il deserto e la sete che lo accompagna rivelano dunque l'importanza dell'acqua, rimarcata proprio dalla sua assenza.
Siamo profondamente convinti che tutte le crisi che stiamo vivendo in questa complicata congiuntura storica, costituiscano una grande opportunità nella ricerca di senso, di bellezza e verità; come diceva Victor Hugo: “Ciò che fa notte dentro, può lasciare in noi le stelle”. Paradossalmente l'oscurità può aiutarci a trovare la luce. Questa crisi, questa notte, può avere un ruolo decisivo per svelare l'uomo a sé stesso, ricordandogli le fondamenta della sua grandezza, la verità profonda del suo essere, cosicché possa davvero ritrovare le stelle, il senso, il sapore della vita. Solo se ci consideriamo persi potremo forse ritrovarci, si decide di ricostruire lì dove si riconosce che qualcosa si è frantumato. La Crisi attuale ci spinge a ripensare la vita e il mondo.
Per risollevare l'uomo dalla sua desolata condizione esistenziale è certamente necessario discutere di politica, di economia o ecologia ma è ancora più urgente e indispensabile rivelare all'uomo la verità su sé stesso, la sua sacralità e dignità: ogni uomo porta in sé l’eternità! Saremo capaci di intercettare la domanda di senso, di bellezza e di felicità che abita il cuore degli uomini? Sicuramente gli artisti possono accorrere in nostro aiuto, poiché “l’arte non insegna nulla tranne il senso della vita”, Così mi sento di riassumere il ruolo dell'artista: Elevare l'Umanità inducendola alla bellezza.
La Mostra
Compito dell'artista è certamente rivelare lo sporco e il brutto del nostro mondo, ma ancora prima è nostro dovere indicare il bello e la speranza: Questa è la vera grande missione dell’arte! Ecco cosa ci ha spinti a pensare alla mostra Battiti di Speranza: il desiderio di ritornare a guardare le stelle. Il desiderio è la manifestazione della nostra mancanza di cielo, della nostalgia di vita e di pienezza che ogni uomo sente; la nostalgia di un’esistenza più perfetta, ci ricorda che alle nostre vite qualcosa manca, qualcosa che non è possibile colmare con l’abbondanza materiale.
Vanno bene le denunce, è un dovere alzare la voce contro iniquità e ingiustizia, senza dimenticare però che la dignità dell'artista consiste nel tenere vivo il senso di meraviglia del mondo. Il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma per incapacità di meraviglia! "Non basta gridare contro le tenebre, bisogna accendere una luce”.
Cosa c'entrano dunque le Farfalle e le Colombe?
Non si tratta di solleticare un vacuo ottimismo infantile o peggio un romantico idealismo, ma di credere profondamente vero ciò che diceva Federico Fellini: “l’unico vero realista è il visionario”.
La farfalla come ci spiega lo stesso autore: "è il simbolo della rinascita per eccellenza, immagine di una vita nuova che nasce lì dove sembra concludersi tutto; e non è forse questo un pensiero tipico della nostra quotidianità: il timore che tutto possa finire? Dove tutto sembra guastato e irreversibile, lì avviene il miracolo. Non è questione di riprovarci ma di credere fermamente che tutto si fa nuovo".
La morte, la sofferenza, il non senso non hanno più l’ultima parola. Non è forse la notizia che tutti stavamo aspettando? “Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”, ha scritto Lao Tse. Ciò che molti chiamano morte noi chiamiamo Risurrezione!
Anche le colombe hanno un forte significato simbolico, rappresentano infatti non solo l'aspirazione umana alla pace e alla concordia, ma anche l'interconnessione tra gli esseri umani e la natura. In un'epoca caratterizzata da conflitti, tensioni e disuguaglianze, la colomba rappresenta un richiamo alla necessità di promuovere la pace, la solidarietà e la cooperazione tra gli individui e le nazioni.
Il mondo di fronte alle gravi minacce che incombono sull’avvenire dell’umanità “ha bisogno della bellezza per non sprofondare nella disperazione” del dubbio e del non senso, si tratta di salvare l’umano nell’uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos e l’assurdo. Crediamo fermamente nella bellezza come antidoto alle ideologie e ai populismi che tornano a confondere e a mentire.
Certamente le attività artistiche da sole non sono sufficienti a risolvere i conflitti mondiali o a raggiungere la pace universale, ma possono svolgere un ruolo importante nel promuovere la consapevolezza, il coinvolgimento e la speranza nella costruzione di un mondo più pacifico e solidale, un coinvolgimento che rafforza il senso di appartenenza e di responsabilità verso la propria comunità e il mondo, una sorta di alleanza educativa.
Il nostro augurio è questo: Che possiate trovare nei colori, nelle forme e nella luce delle opere, un battito di speranza, che renda nuova ogni esperienza di crisi, limite e fallimento.
Come non commuoversi dinanzi all’urlo disperato di chi non è più disposto ad assecondare come normalità l’inclinazione della natura umana verso la rovina e il degrado! L’umanità è a rischio, l’alternativa al grande baratro è quella di tornare al punto dove abbiamo imboccato la strada sbagliata.